Alta Velocità, Stazione Mediopadana: nel 2016 attesi 1 milione di viaggiatori

La Stazione Mediopadana di Reggio Emilia rappresenta uno dei rari casi nei quali un'infrastruttura Alta Velocità di area intermedia abbia registrato sin dai primi mesi di attività un volume di viaggiatori superiore alle stime iniziali.
Ai flussi di passeggeri e all'importanza dell'infrastruttura sul territorio è stata dedicata l'indagine "La Stazione AV Mediopadana: un'opportunità di sistema", commissionata da Car Server e condotta da Nomisma su un campione di oltre 700 utenti: se il 20% dei viaggiatori domiciliati nel bacino di riferimento che ha dichiarato di aver usato per la prima volta la Stazione Mediopadana, la utilizzasse anche solo a cadenza trimestrale, già nel 2016 si potrebbe agevolmente superare il milione di viaggiatori annui. E' questo uno dei dati emersi dallo studio, presentato lo scorso 23 ottobre al Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, in occasione del convegno "Prossima fermata: domani" promosso da Car Server in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, la locale Camera di Commercio e Iren Rinnovabili alla presenza di Romano Prodi e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio. Mediopadana è oggi una stazione che serve, in media, oltre 2.500 utenti al giorno provenienti da un bacino interprovinciale con un potenziale di ulteriore crescita stimabile in almeno altri 1.000 passeggeri a partire dal 2016 e rappresenta un unicum nel panorama dei sistemi AV europei, sia per la sua caratteristica di nodo di intermodalità ferro/gomma, sia per essere al servizio di un'area ricca di dotazioni produttive e di funzioni urbane.
Dall'indagine emerge come tra gli utenti intervistati ci sia una prevalenza di uomini (57%) giovani (il 60% degli intervistati ha meno di 40 anni e il 16% meno di 25), mentre la quota di utenti con 65 anni e oltre si attesta appena al 5%. Complessivamente il 77% degli intervistati risulta occupato (impiegati 31%, professionisti, consulenti o lavoratori autonomi 21%, funzionari e quadri 8%, mentre il resto del campione si divide tra studenti (14%), disoccupati (3%) e lavoratori domestici (2%). Milano, Roma e Napoli/Salerno sono i principali nodi di relazione della stazione di Reggio Emilia, dove si dirigono o da cui provengono rispettivamente il 25%, il 26% ed il 17% dei 485 utenti intervistati e domiciliati nei comuni limitrofi a Reggio Emilia; seguono Firenze (8%) e Torino (6%) - relazioni sottoutilizzate - così come quelle che interessano la direttrice adriatica (Rimini 4%) e Bologna (2%). Tra gli intervistati 229 utenti domiciliati in altro territorio utilizzano la stazione come "porta di entrata". Per quanto concerne la localizzazione territoriale dei flussi di passeggeri, nel solo comune di Reggio Emilia si concentra il 49,0% degli arrivi/partenze da e verso al stazione Mediopadana, mentre il resto della provincia di Reggio Emilia convoglia il 22% dei flussi; seguono i comuni della provincia di Modena (13%) e quelli della provincia di Parma (10%). La stazione risulta facilmente accessibile, tanto che il 79% degli intervistati dichiara di utilizzare mezzi privati; meno frequenti l'uso di taxi (11%) o di autobus (6%).
Quali sono le principali motivazioni di viaggio?
La metà degli intervistati indica turismo o tempo libero, il 40% lavoro e il 6% studio. In generale si evidenzia un elevato grado di soddisfazione da parte dell'utenza sul versante dell'agevolazione degli spostamenti. Prima della creazione della Stazione AV Mediopadana, i viaggiatori utilizzavano la tratta ferroviaria tradizionale con necessità di effettuare anche dei cambi con tempi di percorrenza nettamente più lunghi.
Quali servizi andrebbero potenziati?
Per poco meno di un intervistato su tre (32%) andrebbe rafforzata la frequenza dei treni - che nelle ore centrali della giornata diminuisce drasticamente; per un altro 25% andrebbero potenziati i collegamenti da e verso la stazione ritenuti ad oggi insufficienti.
Giulio Santagata, Consigliere Delegato di Nomisma, si è fatto portavoce di un pensiero comune a tutti gli intervenuti e da tutti ribadito:
"il bacino potenziale della Stazione, benché non costituisca ancora un "sistema" territoriale vero e proprio, ha l'occasione di dialogare attivamente con le aree metropolitane contermini piuttosto che essere relegato al ruolo di appendice dipendente da esse e per fare ciò occorrano azioni concrete finalizzate a migliorarne la fruibilità dei servizi (maggiori collegamenti con i nodi intermodali del territorio, segnaletica e aree di sosta adeguate, car sharing), e a valorizzare il tessuto economico-sociale integrato: dall'innovazione delle istituzioni pubbliche alla valorizzazione dei beni culturali". L'incontro ha voluto essere un momento di confronto fra i soggetti decisori qualificati: amministratori pubblici da una parte e operatori economici dall'altra, poiché è a loro che spetta la responsabilità verso i clienti di prendere decisioni sugli investimenti e sui servizi necessari per l'Alta Velocità. Durante la tavola rotonda, moderata da Marco Panara de "la Repubblica", hanno preso parte Michele Mario Elia, AD Ferrovie dello Stato Italiane, Flavio Cattaneo, AD Nuovo Trasporto Viaggiatori, Giuliano Montagnini, AD SECI Real Estate SpA - Gruppo Industriale Maccaferri, e Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia che ha posto l'accento sul fatto che la stazione Mediopadana rappresenti già oggi un potente fattore attrattivo e di sviluppo per Reggio e non solo, visto che, stando ai dati, questa fermata sta rapidamente diventando concorrenziale rispetto ad altre soluzioni non solo per i viaggiatori emiliano-romagnoli, ma anche per quelli di province limitrofe di altre regioni, da Mantova a Cremona, dalla Toscana sino a Trento.
Le conclusioni sono state affidate al Ministro Delrio, il quale ha sì precisato che l'Italia è piena di opere mai realizzate ma ha anche lanciato un incoraggiamento valido per l'intero Paese, ovvero che attraverso gli obiettivi comuni si può davvero tracciare un percorso di ripresa e di apertura verso il futuro. Chissà che non sia proprio la ferrovia, tanto osteggiata dai regimi autoritari che ne intravedevano la pericolosità (con la ferrovia si mettevano in comunicazione le persone e con esse le idee) a dar la giusta forza all'Italia di sfruttare pienamente tutte le occasioni ancora non immaginate che gli anni a venire, si spera, le consegneranno.