Carotaggio nelle attività estrattive

Nello studio di un giacimento è fondamentale la sua perfetta conoscenza al fine di stabilirne l'ubicazione, la disponibilità di materiale utile e la sua qualità. Sono questi gli elementi sostanziali che consentono di decidere come programmarne la coltivazione

A questo punto, si dimostra indispensabile il ricorso al carotaggio, è una tecnica (che serve a tantissimi altri scopi) impiegata quando si ricercano risorse minerarie solide nel sottosuolo, che consiste nel prelievo di campioni cilindrici dal suolo detti carote, da sottoporre alle analisi necessarie per stabilire se l'apertura dell'attività estrattiva sia o no una giusta scelta.
Il carotaggio consiste nell'esecuzione di fori di sondaggio rotondi, utilizzando una normalissima macchina perforatrice, senza necessariamente ricorrere alle macchine carotatrici.

Nel caso del carotaggio, il normale utensile usato per la realizzazione dei fori, cioè il fioretto, è sostituito dal carotiere, che è un tubo vuoto con il diametro interno fra i 50 e i 70 mm, alla cui estremità inferiore è fissata una corona formata da taglienti, diamanti grezzi o leghe durissime. La rotazione dell'utensile, prodotta da un motore a pistoni o a energia elettrica, causa la disgregazione del materiale, creando un solco circolare, al cui interno, al procedere dell'utensile verso il basso, s'incunea un cilindro del materiale attraversato (la carota, per l'esattezza) nella sua cavità. L'avanzamento di volta in volta è pari alla lunghezza del carotiere. Ogni qualvolta il carotiere è riempito dalla roccia, è estratto dal foro, svuotato del suo contenuto e quindi reintrodotto nel foro stesso per attuare un successivo avanzamento e generare la carota successiva.

Tutte le carote, che raramente sono integre nella loro lunghezza, estratte fino alla profondità prefissata (che può raggiungere i 27 metri), sono sistemate in particolari contenitori e quindi avviate al laboratorio, dove si bada a fare tutte le analisi e le indagini del caso. Di solito, si tratta di cassette di legno o altro materiale, dove s'inseriscono i pezzi di carota (per esempio, cinque pezzi lunghi un metro, di fianco l'uno all'altro), avendo l'avvertenza di segnare con il pennarello sia l'orientamento dei frammenti di roccia verso l'alto, usando freccette, sia il loro reciproco allineamento.
Il carotaggio, dunque, è la più importante operazione preliminare all'attività estrattiva vera e propria, che consente una reale conoscenza di sufficiente estensione del giacimento indagato, prima di avviare le costose operazioni di coltivazione, partendo da dati sufficientemente approfonditi in merito ai tre fattori fondamentali per l'effettuazione di un proficuo lavoro: qualità, continuità del giacimento e sua potenzialità.

La carota rappresenta il campione di ciò che si trova nel sottosuolo, perché consente di analizzare direttamente gli strati attraversati dalla perforazione, la successione giacimentologica, la natura geologica, la distribuzione cromatica, ed altro ancora.
Va da sé che più la ricerca è estesa, sia in superficie sia in profondità, e più i risultati sono attendibili, dando elementi relativamente sicuri su come affrontare l'attività estrattiva partendo dagli investimenti da fare e dagli impegni economici necessari.
Le norme di sviluppo del carotaggio prevedono un programma chiaro, fissando sulla carta a curve di livello lo schema che ne rappresenta la rete indispensabile, in una scala definita.

Si può iniziare, per esempio, con la suddivisione del territorio indagato in una rete di quadrati di 50 metri di lato su una superficie di un quarto di ettaro, fissando le operazioni di carotaggio nei vertici degli stessi.
Se s'individuano punti in cui si notino particolarità nel materiale, oppure difficoltà di interpretazione, si possono ridurre le dimensioni dei quadrati, dimezzandole. Per quanto riguarda la profondità, un inizio di 25 metri può essere valido, salvo si noti il continuare della qualità così come la presenza di risorse, in tal caso conviene andare più in profondità.
Con lo schema del carotaggio eseguito, riportato sulla carta a curve di livello, si procede con l'esecuzione delle sezioni verticali, da cui è possibile, riportando per ogni carota la colonna stratigrafica rilevata, stabilire con buona approssimazione i contorni del giacimento e, da qui, le sue dimensioni. Certo è che, se non s'incontrano limiti, si può presumerne che il giacimento continui al di fuori dell'area indagata, per cui sicuramente la potenzialità supera quanto è stato ipotizzato.

Il carotaggio diventa particolarmente importante quando si operi in località di cui non sono disponibili carte geologiche comprensoriali portatrici di una certa attendibilità; ma, anche con la loro disponibilità, operare direttamente in loco è senza dubbio una manovra utile, se non altro in un'ottica complementare, al fine di valutare con maggiore sicurezza la potenzialità del giacimento.