La produzione di inerti aggregati riciclati di qualità

Con quattro impianti il Gruppo Colombo realizza a Lodi e Pavia il processo produttivo di qualità per la trasformazione dei prodotti provenienti da costruzione e demolizione e terre e rocce da scavo. Il risultato sono materiali di qualità reimpiegati in importanti opere pubbliche e private

Pioniere in Italia per il riciclaggio dei materiali inerti provenienti da opere di demolizione e scavo, Franco Gallotta, in assoluto anticipo rispetto alle normative che avrebbero regolato il settore dalla fine degli anni Novanta, avvia il dialogo con la Regione alla fine degli anni Ottanta, quando si inizia a parlare della necessità di normare il settore e regolare il trattamento dei materiali non pericolosi derivanti dalle attività dei cantieri edili. Ottenne nel 1990 una delle primissime autorizzazioni alla riduzione volumetrica, rilasciate dall'Ente pubblico. Allora Gallotta, già alla guida del Gruppo Colombo Severo, lavorava con una delle prime macchine importate dall'estero per queste operazioni: un frantoio mobile Brown Lenox.
Da allora il Gruppo è cresciuto in Italia insieme alla cultura del riciclaggio; si è costantemente aggiornato al passo con la normativa via via più cogente e una  prassi di mercato sempre più rivolta alla qualità e alla sostenibilità.
Ancora oggi alla guida del Gruppo Colombo Severo, Franco Gallotta gestisce, fra le altre attività del Gruppo, ben quattro impianti per la produzione di materiale inerte da riciclaggio. Come? Qualità del prodotto, garanzia del servizio offerto ai propri Clienti e quella che oggi si chiama "sostenibilità ambientale" (ed è obiettivo condiviso di tutte le realtà imprenditoriali), sono sempre, come tanti anni fa, il primo pensiero del signor Franco.
Ma vediamo nel dettaglio come si lavora presso gli impianti del Gruppo.


Controllare, processare, trasformare 
E poi ancora controllare per poi reimpiegare e dare nuova vita ai materiali riciclati. In sostanza il processo è questo.
Abbiamo incontrato l'ing. Alberto Fraconti che ci ha illustrato concretamente qual è la filosofia del Gruppo, sempre più "green oriented" come si dice oggi, grazie alla quale la Colombo Severo e tutte le sue consorziate, coi quattro centri di riciclaggio e recupero che operano in regime di qualità certificata (qualità aziendale e qualità ambientale) riesce a dare un plus valore al proprio prodotto.
Il prodotto è quasi interamente riutilizzato per le attività di costruzione e movimentazione terra delle Consorziate del Gruppo.
Per questo, ci spiega Fraconti, qualità del prodotto e sostenibilità ambientale dei processi di produzione devono rispondere a standard elevatissimi. E aggiunge: "Solo una piccola parte del nostro prodotto viene venduto a terzi, lo utilizziamo noi stessi nei nostri cantieri, per i nostri progetti; per questo manteniamo sempre altissima la qualità. Siamo esigenti perché siamo responsabili dell'intero processo, dalla qualità dei materiali accettati in ingresso ai centri, alla loro trasformazione tramite i nostri impianti, al controllo della qualità del prodotto in uscita che deve essere perfettamente idoneo alle opere da realizzare. In questo modo possiamo garantire la qualità ai nostri Committenti. E spesso, al di là degli obblighi di legge perfettamente ottemperati, in ognuno di questi passaggi-chiave del processo, noi interveniamo con controlli, monitoraggi, con la nostra esperienza e il know how acquisito in tanti anni per mantenere sempre altissima la qualità del prodotto".
I modi per farlo sono tanti e diversi; li abbiamo visti di persona visitando gli impianti. Per esempio in ciascuno dei quattro impianti si eseguono controlli supplementari e analisi a spot (oltre a quelli d'obbligo) sui materiali e sui cumuli. Per garantire l'omogeneità del materiale messo a cumulo entra in gioco anche l'esperienza della squadra operativa, composta almeno da 3 persone, che controlla e gestisce le modalità di scarico dei materiali conferiti, ma soprattutto l'alimentazione della bocca del frantoio e la messa a cumulo finale con la pala gommata perché sia il più omogenea possibile. 

L'articolo è stato pubblicato a pag. 17 del n. 620/2015 di Quarry&Construction...continua a leggere