Ritratto di famiglia

Nella cava di Sesto San Giovanni (MI) di proprietà della Melzi e Figli srl abbiamo potuto vedere all'opera la nuova pala gommata L180H di Volvo CE, un pieno di produttività destinato a tener alta la fama delle pale gommate svedesi e a portare avanti l'affezione dei Melzi verso un brand e un prodotto di cui sono stati i primi estimatori

Non c'è il fotografo e non c'è la nuvola di magnesio, non c'è una composizione da rispettare e neanche il vestito buono da indossare, eppure essere in cava Melzi a Sesto San Giovanni mi ha richiamato alla mente quelle foto di famiglia dagli angoli ingialliti e smangiati in cui dai volti e dalle espressioni dei protagonisti sembra di poterne indovinare e immaginare tutta la loro storia.
E la storia dei Melzi è quella di una famiglia di cavatori in cui in tanti si possono riconoscere.

È la storia di chi ha attraversato oltre mezzo secolo, cavalcando i famosi tempi d'oro e affrontando la bonaccia delle crisi, è la storia di chi ha saputo cambiare e adeguarsi alle esigenze e alle necessità del mutare dei tempi e delle condizioni, mantenendo però sempre fede, e facendo anzi onore, alle sue radici, tanto da conciliarle con la atavica indole industriale, che in questi anni di ripresa (o quasi), si riveste di uno sguardo nuovo, di una visione ampia e aperta verso il futuro.
La storia dei Melzi inizia nel maggio del 1966 quando Giuseppe Melzi rileva l'attività di Sesto San Giovanni, già avviata dai Cabassi, nota dinastia di Milano arricchitasi proprio grazie alle cave di sabbia del Ticino. Dal gestire i trasporti della cava di Sesto, Giuseppe Melzi arriva fino ad acquisirne la proprietà: la moglie prende gli ordini dal telefono di casa fintanto che non vengano costruiti gli uffici, poi entrano in azienda i figli, Aldo e Marco, le mogli dei figli, che come spesso accade si occupano della contabilità, e poi i figli dei figli, Silvia, Morgana e Giordano.
Oggi siamo alla terza generazione di Melzi e ad accoglierci in cava ci sono proprio Morgana e Giordano, i nipoti di Giuseppe Melzi, anzi del Cavaliere Giuseppe Melzi che da proprietario non si è mai dimenticato di essere stato lavoratore, anzi come ci conferma Giordano: "fino alla soglia dei novanta anni il nonno è sempre venuto in cava e ha sempre guidato i mezzi, essendo in grado di usarli e di capirne potenzialità e difetti, tanto che è sempre stato un grande estimatore del marchio Volvo, marchio che da sempre la fa da padrone fra le nostre pale gommate".

Ultima arrivata è infatti la L180H, la nuova pala gommata da 29 t che si aggiunge ad altre tre sorelle svedesi, usate per alimentare gli impianti, caricare i camion e trasportare il materiale da una parte all'altra della cava. Prima di analizzare però i dettagli della L180H è bene soffermarsi un attimo anche sulle particolarità della cava, in quanto la scelta di questo modello e di questo Costruttore è dipesa altresì dai percorsi che ne caratterizzano l'area di lavoro visto che, come ci spiega Morgana Melzi: "la nostra cava si sviluppa su un'area complessiva di 160.000 m2, anche se dagli anni Novanta, in seguito all'esproprio di 40.000 m2 per la realizzazione della tangenziale Nord di Milano, è stata divisa in due parti, cosa che ci ha costretti ad una gestione differente della logistica e della stessa viabilità interna, ora subordinata a inevitabili rampe e sottopassi. In più - continua - siamo adiacenti non solo all'ex area Falk, oggi uno dei più grandi centri di riqualificazione di  aree ex  industriali d'Europa nonché sede della futura città della salute, ma siamo anche vicinissimi ad aree residenziali densamente abitate, tanto che numerosi balconi si affacciano proprio sulla nostra cava, cosa che ci ha spinti ad adottare determinate contromisure, intese sia come azioni di rinverdimento dei confini con siepi e barriere vegetali sia come attenzione particolare nell'acquisto stesso dei mezzi da utilizzare."

La cava Melzi è quindi differente da quella che può essere una cava tipo e non solo per la sua collocazione cittadina, ma soprattutto perché il giacimento è esaurito da trentasei anni, ossia dal 1982. Cessata l'autorizzazione, come ci spiega ancora Giordano: "la nostra attività si è incentrata sulla produzione di aggregati di qualità per l'edilizia, derivanti dalla lavorazione di mista naturale, proveniente da scavi accuratamente selezionati. Se fino a qualche anno fa - prosegue - ci occupavamo direttamente di scavi, demolizioni e bonifiche, oggi continuiamo a farlo ma in misura minore, sia per non entrare in concorrenza con chi ci approvvigiona di materiale, sia perché abbiamo voluto puntare maggiormente sulla produzione dell'inerte e sul servizio che possiamo offrire ai nostri clienti. Nel nostro impianto produttivo - specifica - la mista naturale viene lavorata, lavata, vagliata e frantumata, fino ad ottenere aggregati di diverse pezzature, adatti ad essere impiegati in diversi ambiti dell'edilizia, ad iniziare dalla produzione di calcestruzzo, tanto che il nostro impianto fornisce stabilmente tre impianti di calcestruzzo nel raggio di pochi chilometri, e prosegue con la produzione di conglomerati bituminosi, malte, intonaci, e sottofondi stradali. Anzi, dal 1998 - prosegue - abbiamo l'autorizzazione al recupero di materie prime seconde, nella fattispecie macerie e cemento provenienti da demolizioni, tanto che ora abbiamo fatto domanda per ottenere il cambio di autorizzazione e passare così da semplificata a ordinaria. Abbiamo progettato anche degli ampliamenti del piazzale e delle vasche di riciclo acque - sottolinea - proprio perché crediamo fortemente che il riciclo di macerie da C&D sarà il settore trainante di un futuro che speriamo non sia troppo lontano, visto che scavare all'infinito non è ne sostenibile ne tantomeno possibile, per cui la direzione da prendere è senz'altro quella del recupero e riutilizzo dei rifiuti, in perfetta sintonia con le direttive europee in termini di circular economy". A movimentare i 180.000 m3 annui di materiale naturale, inteso come aggregati soggetti a marcatura CE e aggregati non certificati, e gli 50.000 m3 annui di aggregati riciclati prodotti dalla Melzi e figli srl, da marzo 2018 si è aggiunta la nuova pala gommata L180H di Volvo CE, ossia la versione aggiornata della L180H.

Dotata di motore D13J da 246 kW rispondente alla normativa Tier 4 Final/Stage IV, la nuova L180H vuol divenire paladina del risparmio carburante grazie all'OptiShift di seconda generazione, al Reverse By Breaking e all'ecopedale. Il perfezionamento della tecnologia ha consentito di stabilire una trasmissione ancora più diretta tra il motore e il cambio, integrando la funzione Reverse By Breaking (RBB) brevettata da Volvo (ossia la funzione di frenata che rallenta la macchina quando l'operatore vuole cambiare direzione, riducendo i giri del motore e azionando automaticamente i freni di servizio, in modo da limitare le sollecitazioni sulla trasmissione), con il nuovo convertitore di coppia con funzione lock-up che fa sì che l'energia prodotta dal motore venga interamente trasmessa alla trasmissione. A beneficiarne sono sicuramente i migliorati tempi di ciclo e soprattutto la riduzione dei consumi grazie anche all'ecopedale che, applicando una forza meccanica contraria alla spinta eccessiva dell'acceleratore, stimola l'operatore ad adottare una guida più economica. Sempre nell'ottica di una riduzione dei consumi la L180H monta anche il sistema di arresto motore che, come sottolinea Giordano Melzi: "spegne automaticamente la macchina dopo tre minuti di inattività, a tutto beneficio del risparmio carburante, appunto perché per noi è importantissimo ridurre i consumi, anche solo di qualche punto percentuale, che su un anno di attività e quindi circa 2.000 ore di lavoro significa comunque denaro risparmiato. Risparmiato anche grazie alla comprovata affidabilità delle macchine Volvo - evidenzia - dal momento che solo poco tempo fa abbiamo venduto due pale serie C e D rispettivamente con 26.000 e 23.000 ore, ancora in ottimo stato". D'altronde come sottolinea Maurizio Feneri, Funzionario Commerciale Volvo CE Italia: "il Cav. Melzi è stato il primo ad acquistare, ormai più di venti anni fa, la prima pala Volvo in questa zona e siccome era riconosciuto da tutti gli altri cavatori non solo come proprietario di cava ma come instancabile utilizzatore di mezzi, quello che sceglieva Melzi era giudicato sinonimo di efficienza e alta produttività".

Produttività che, con la nuova L180H viene dichiarata migliorata del 10% grazie alla nuova trasmissione e al nuovo convertitore in grado di erogare una coppia superiore che si traduce in prestazioni eccellenti anche a bassa velocità. Per un'accelerazione più rapida e un funzionamento regolare gli intervalli tra i rapporti sono stati ridotti, mentre per avere tempi di ciclo più rapidi le velocità di sollevamento e abbassamento del braccio sono state aumentate, così come è stata integrata la nuova funzione di livellamento benna che consente di riportarla automaticamente in piano sia dopo lo scaricamento sia nel richiamarla dalla posizione inclinata all'indietro. Anche le benne Volvo sono state aggiornate e ridisegnate in modo da favorirne il carico riducendo al minimo i versamenti di materiale e questo grazie ai nuovi lati convessi e alla protezione antiversamento migliorata che, unita al cinematismo unico Torque Parallel (TP) di Volvo fornisce un riempimento benna più semplice, grande stabilità durante le operazioni di trasporto e carico, nonché un movimento parallelo perfetto su tutto l'arco di sollevamento. In più per garantire prestazioni durature l'avambraccio di sollevamento è dotato di doppie tenute su tutti i perni. Ben si comprende quindi, quanto questi fattori rendano la L180H efficiente, non solo nelle operazioni di carico e scarico, ma anche nel trasporto materiale dalle diverse aree di cava, operazione per la quale viene spesso impiegata proprio perchè, anche affrontando tratti con pendenze impegnative come quelli che caratterizzano cava Melzi, non si ha nessuna fuoriuscita di inerti. In più, come sottolinea ancora Feneri: "la L180H monta il Load Assist, un sistema di pesatura dinamica del carico, controllato attraverso un touch screen da 10 pollici, che consente di monitorare il materiale movimentato gestendo agevolmente gli ordini di lavoro, visto che i dati possono quindi essere registrati ed è possibile accedervi da remoto, così come si fa per verificare operatività, consumi e utilizzo macchina attraverso il sistema telematico CareTrack".

Ma a colpire particolarmente Giordano Melzi è stata la visibilità della cabina, come pone in luce: "non si tratta tanto della telecamera posteriore e dei nuovi specchi retrovisori, senz'altro importanti, quanto dell'ampia superficie vetrata che la caratterizza, oltre che del sedile regolabile sia in altezza che in profondità e della funzione Comfort Drive Control che consente di sterzare la macchina utilizzando una piccola leva, particolarmente comoda per velocizzare le operazioni di caricamento degli autocarri. E se a livello visivo - prosegue - con tutte queste bombature la L180H può sembrare un po' meno snella posso confermare che gli ingombri non ne compromettono affatto la mobilità, anzi ne risulta facilitata la manutenzione con il cofano azionato elettricamente, i corrimano e i gradini verniciati in arancione così da far meglio orientare intorno alla macchina e indicatori dell'usura dei freni montati direttamente sulle ruote in modo da controllarne agevolmente le condizioni. Condizioni - sottolinea - che noi teniamo sempre monitorate, visto che il sabato per noi è giorno di manutenzione: oli, filtri, lavaggio mezzi, perché così come curiamo il nostro lavoro e il servizio che offriamo ai nostri clienti, curiamo anche i nostri mezzi che, in oltre cinquanta anni hanno fatto non solo la storia della nostra cava ma anche quella della nostra famiglia".