0biettivi dell’ANIM per il supporto del processo legislativo delle regioni in materia di attività estrattive

La legislazione regionale in materia di attività estrattive copre ormai l'intero territorio nazionale, con differenze sostanziali tra le singole regioni in termini di procedimenti autorizzativi, pianificazione degli interventi estrattivi, rapporti con la vincolistica ambientale e urbanistica, applicazione delle norme di polizia mineraria e relativa vigilanza, oneri vari per compensazioni ambientali.
Di converso, la legislazione relativa alle miniere di minerali solidi appare meno pervasiva, se si ecludono le leggi di alcune regioni a Statuto speciale, con la permanenza in vigore del regio decreto n. 1443/1927 sulle "Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle miniere nel regno", ancora attuale nonostante il tempo passato dalla sua promulgazione.
La continuità legislativa regionale ancora oggi appare molto accentuata, con adeguamenti sistematici della legislazione stessa alle diverse esigenze determinate dalla politica locale, dall'intervento legislativo nazionale relativamente al procedimento amministrativo, all'ambiente, alla struttura istituzionale, etc., nonché dalla necessità di adeguamenti tecnici della normativa vigente. Alcune leggi regionali affrontano la normazione del settore estrattivo con previsioni di estremo dettaglio, per cui occorrono continui aggiornamenti legislativi in funzione dei processi innovati nei diversi campi di interesse oggi molto veloci.
L'assenza di una legislazione nazionale di riferimento, ormai di difficile accettazione e approvazione, viste le notevoli differenze reciproche delle attuali leggi regionali, tali da non poter trovare agevolmente una sintesi nazionale percorribile, accompagnata da una sostanziale difficoltà di coordinamento del settore estrattivo all'interno della Conferenza delle Regioni, per difficoltà legate alla ormai radicata differenza delle normative regionali, porta alla differenziazione e separazione sostanziale delle diverse legislazioni regionali.
La differenziazione legislativa ha riflessi sulle attività delle società del settore estrattivo che operano su più regioni, sui costi di produzione, pur in presenza, talvolta, di condizioni operative omogenee, sull'approvvigionamento delle materie prime a livello ultraregionale o nazionale, sugli oneri da riconoscere a favore degli Enti Locali.
Una politica nazionale delle materie prime, la cui strategia è in corso di redazione nell'ambito dei lavori del Laboratorio Materie Prime, qualora accettata in sede di intesa Stato - Regioni, potrà contribuire efficacemente a ridurre le differenze tra le legislazioni regionali, pur nel necessario rilievo delle peculiarità ambientali, sociali ed economiche delle singole regioni.
La Commissione Europea, ha prodotto nel corso degli anni recenti, documenti tecnici, comunicazioni, studi e ricerche per una politica europea delle materie prime e a supporto di una politica nazionale e regionale delle stesse materie prime: il legislatore regionale generalmente non tiene conto dei documenti di origine comunitaria in materia di attività estrattive, forse anche per una mancata incisiva azione di comunicazione da parte della stesa Commissione Europea.
In attesa che la politica nazionale delle materie prime trovi concreta attuazione, l'ANIM, sfruttando le competenze tecniche, amministrative, legislative ed economiche esistenti al proprio interno, intende trasmettere alle singole regioni, in sede di discussione in ambito consiliare dei provvedimenti legislativi in materia di cave e miniere, le proprie osservazioni e proposte migliorative della legislazione in approvazione.
Le proposte legislative ad oggi sono molto numerose, e riguardano sia adeguamenti della legislazione in vigore, sia revisioni sostanziali delle leggi sulle cave; si riportano, senza pretesa di esaustività, gli esempi della nuova legge sulle cave in discussione nel Veneto e delle modifiche legislative proposte nelle regioni Liguria, Toscana e Lazio, mentre a breve sarà presentata una proposta per la completa revisione della legislazione in materia di cave della regione Lombardia.
Sono numerosi gli ambiti in cui l'ANIM potrà proporre il proprio contributo, con un obiettivo strettamente collaborativo e con documenti che si inseriscono nel solco delle scelte politiche fondamentali che sono poste alla base della legislazione della singola regione.
Gli ambiti normativi in cui l'ANIM ritiene di avere competenze adeguate da sfruttare a favore delle singole regioni possono essere individuati nei seguenti:
• pianificazione per aree omogenee delle attività di cava, che tenga conto della presenza di attività estrattive con carattere di omogeneità dal punto di vista giacimentologico e delle modalità di coltivazione, in relazione anche alle aree di utilizzo dei minerali estratti e lavorati;
• pianificazione differenziata, dal punto di vista tecnico, ambientale e amministrativo, delle attività estrattive di minerali industriali, di pietre ornamentali e di minerali destinati alle attività di costruzione;
• valutazione dei giacimenti e dei fabbisogni di minerale;
• valutazione delle esigenze di coordinamento delle varie legislazioni regionali di cava, per tenere conto della realtà di impiego del materiale estratto, a livello regionale, di più regioni, nazionale o internazionale;
• rapporti tra gli obiettivi di tutela di Natura2000 e le attività estrattive, anche alla luce dei documenti comunitari relativi alle cave e alle miniere;
• certificazioni in materia ambientale e di sicurezza (EMAS, UNI EN, ISO, OSHAS, etc.) e relative premialità;
• recupero ambientale di cave e miniere;
riciclo e riuso delle materie prime, secondo i principi comunitari della sostenibilità e dell'economia circolare;
• esercizio di competenze regionali perfette delle attività amministrative di cava e di miniera, anche tenendo conto della necessità del coinvolgimento di Comuni e Province;
• esercizio a livello territoriale adeguato delle funzioni di polizia mineraria, tenendo conto della legislazione nazionale (DPR n. 128/1959, decreti legislativi nn. 624/1996 e 81/2008);
• organizzazione dell'attività ispettiva di polizia mineraria, anche con riferimento alle convenzioni internazionali sottoscritte dallo Stato italiano;
formazione del personale addetto alle funzioni amministrative e di polizia mineraria;
• valorizzazione a fini culturali, scientifici, industriali e turistici delle miniere e cave dismesse;
• elaborazione con valenza industriale, ambientale ed economica delle statistiche produttive delle cave e delle miniere prodotte secondo i criteri ISTAT.
Le proposte ANIM potranno tenere conto delle segnalazioni ricevute da parte degli Stakeholders, qualora pienamente condivise.
Tutti i Soci ANIM potranno apportare il loro contributo alla redazione delle proposte dell'Associazione; saranno redatti dei documenti tecnico-normativi da inviare alle Regioni che hanno in corso di esame provvedimenti legislativi in materia mineraria.