Federcave: la situazione delle attività estrattive in Umbria

Premesso: la lunga crisi decennale 2007/2017 ha consentito alle imprese del settore estrattivo di tirar fuori il proprio ingegno spingendole a diversificare in larga parte gli obbiettivi commerciali ed esaltando la qualità della risorsa naturale a propria disposizione. I casi esemplari sono legati ad un aumento dei profitti nel campo della produzione del filler o micronizzato da parte delle aziende proprietarie di cave di calcare ad alto tenore di carbonato di calcio, stante il perdurare della crisi edilizia che non ha permesso di mantenere il trend positivo di utilizzo del cosidetto inerte per l'edilizia stessa. Certo è che, la vitalità e l'impegno profuso dalle aziende del settore, si è riversata anche nelle attività di smaltimento e recupero del C&D (l'inerte derivante dalle macerie delle costruzioni) utilizzato per la riambientazione delle cave attive e cessate... ma non solo...
In ogni caso il legislatore regionale sollecitato dall'opposizione nel "question time" del 18 ottobre ultimo scorso ha riconosciuto che "per l'Umbria è sicuramente importante l'attività estrattiva e salvaguardare al contempo i connotati paesaggistici-ambientali del territorio; nel momento in cui riprende l'attività estrattiva, come stà avvenendo oggi, sarà nostra cura fare una precisa ricognizione sia della situazione delle cave autorizzate, sia delle problematiche presenti per le quali emergono esigenze di modifica normativa".
Tale concetto, l'Assessore Regionale al ramo lo ha ripetuto con un intervento al Convegno del 30 ottobre ultimo scorso organizzato da Asso Cave Umbria con il Patrocinio della Regione Umbria stessa e l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia avente come titolo "Fare impresa nel settore estrattivo e non solo"; questo evento ha riscosso un particolare successo stante la presenza di numerosi imprenditori del settore aderenti anche ad altre associazioni oltre agli iscritti di Asso Cave Umbria.
Inoltre, a tale evento hanno partecipato e sono intervenuti i rappresentanti istituzionali partendo dal MISE (Ing. Correggia - Dott.ssa Vignani) l'ENEA (Ing. Laura Cutaia - molto si è spesa sul riutilizzo delle macerie provenienti dal C&D) nonché la Regione Umbria stessa non solo con gli amministratori ma anche con i dirigenti e funzionari del settore estrattivo.
Si può affermare pertanto:
• partendo dai dati di fatto della situazione delle cave in Regione, con una buona dose di approssimazione, che l'ISTAT dopo il 18 aprile corrente anno (così dichiara agli atti) potrà confermare o correggere, al 31/12/2017 si ha:
• Cave attive autorizzate n. 72
• Cave attive produttive n. 50
• Accertamenti di giacimento in essere n. 65.
Ci preme comunque segnalare che il sistema regionale umbro legato al connubio riambientazione - garanzia finanziaria ad essa sottesa, ha indotto gli operatori del settore a prestare particolare attenzione alle "cure" del progetto di riambientazione.
A riprova di ciò vogliamo allegare un esempio particolarmente riuscito di alcune cave con le due fasi: prima e dopo la riambientazione avvenuta e collaudata dagli organi istituzionali.