Analisi del settore estrattivo in Italia

Il comparto estrattivo in Italia è di grande rilevanza pur non essendo il nostro un paese vasto o estremamente "ricco" di materiali pregiati da ricavare. Possediamo tuttavia una notevole varietà di materiali che vengono estratti e che creano un mercato nel quale l'Italia non ha nulla da invidiare agli altri Paesi.
Ad oggi le cave attive sul territorio italiano sono circa 5.000, le dismesse invece sono all'incirca 13.500 (stima arrotondata per difetto).
I materiali principalmente estratti sono:
• SABBIE e GHIAIE che rappresentano il 60% circa del materiale totale estratto annualmente;
• CALCARE con il 25%
• ARGILLE con il 6%
• GESSO con il 2%
• PIETRE ORNAMENTALI con il 7%.

Di questi materiali, gli ultimi dati mostrano che SABBIE e GHIAIE vengono estratti per quantità che si aggirano intorno ai 50Mln di metri cubi all'anno. Vengono estratti inoltre annualmente circa 20Mln di metri cubi di CALCARI; per quanto riguarda le PIETRE ORNAMENTALI invece, queste si aggirano intorno ai 6Mln di metri cubi estratti all'anno.
Il settore delle cave e dell'estrazione mineraria in generale è molto vasto e comprende una moltitudine di altri settori che da questo traggono beneficio e lavoro, basti pensare alla sola edilizia, settore che attinge in primis dalle materie prime estratte.
Oltre a questo abbiamo molti altri campi che gravitano intorno all'industria delle cave:
- Autotrasporti.
- Società che si occupano della produzione dei mezzi di cava (pale, escavatori, ecc.).
- Sicurezza in cantiere.
- Settore degli esplosivi.
- Società adibite alla marcatura e alla certificazione CE.
- Il sempre più presente e indispensabile settore dell'informatica e della tecnologia in genere.

Per comprendere la quantità di lavoro offerta da questo settore si può inoltre pensare che solo all'interno delle cave lavorano intorno alle 25.000/30.000 unità, che ormai non sono più ridotti alla figura di operai generici ma si tratta di veri e propri addetti di settore con competenze specifiche e in continuo contatto e confronto con le figure dirigenziali anch'esse ormai sempre più specializzate. A questi, va aggiunta poi tutta la forza lavoro operante nei settori sopra citati.
Per quanto riguarda il giro d'affari bisogna dire che le cave non sono soltanto fonte di guadagno per gli "estrattori". In Italia le casse delle amministrazioni pubbliche godono di quelli che vengono definiti "ONERI DI ESCAVAZIONE", cioè tasse che la società/ditta estrattrice paga all'amministrazione di competenza in base ai volumi e alle tipologie di materiali estratti.
Purtroppo la crisi economica degli ultimi anni ha portato ad una forte frenata nel campo dell'estrazione mineraria: si contano, ad oggi, il 40% di cave attive in meno rispetto ai dati del 2010. Questo ha portato inevitabilmente ad un drastico decremento del quantitativo di materiale estratto: addirittura una riduzione del 50% rispetto agli anni precedenti.
Anche la produzione di CEMENTO ha subito un forte contraccolpo.

Secondo gli ultimi dati AITEC la produzione di cemento viaggia sulle cifre delle 18Mln di tonnellate annue, una cifra relativamente bassa se si pensa che nel 2010 la produzione arrivava a 34Mln di tonnellate.
Tuttavia, se il campo dell'estrazione di materiale inerte ha subito un crollo, diversa sorte è toccata al mercato dei MATERIALI LAPIDEI che, forte del prestigio di cui gode in tutto il mondo, ha segnato un incremento di produzione dovuto alle richieste estere (USA ed Emirati Arabi in primis) di materiali "Made in Italy".
E' ovvio che per estrarre ed ottenere i materiali grazie ai quali realizziamo oggi le case in cui viviamo, le scuole in cui vanno i nostri figli e le strade che percorriamo ogni giorno, sia necessario effettuare quelle che vengono definite genericamente "opere di sbancamento" e che mi rendo conto possano risultare come "squarci" lungo i versanti dei vari paesaggi. Tuttavia è bene chiarire come l'attività estrattiva non sia un "mostro" che consuma le montagne, ma (nei casi in cui è gestita da professionisti) un'attenta e oculata gestione delle risorse che il territorio ci offre.
Inoltre è bene ricordare che esistono e che devono essere rispettati piani e progetti di recupero ambientale atti al risanamento e alla bonifica delle aree che sono state interessate da attività estrattiva.
Il nostro lavoro ha alla base il rispetto del territorio e l'onestà intellettuale e professionale. Siamo consci delle modifiche che vengono apportate, ma in questo settore operano professionisti altamente qualificati che sanno come gestire la situazione nel migliore dei modi e che sanno come ridare alla natura ciò che essa ci ha offerto. A tutela dei lavoratori all'interno delle cave esistono norme e direttive (ad esempio D.P.R. 9 aprile 1959, n.128 Norme di polizia delle miniere e delle cave In Supp. Ordinario alla Gazz. Uff. n.87 dell'11 aprile 1959 e D.Lgs. 19 settembre 1994, n.626 Miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. SOSTITUITA DA D.Lgs. 81/2008 TESTO UNICO) che vengono seguite e che, grazie anche alla professionalità dei tecnici operanti nel settore fanno sì che si lavori in un ambiente sicuro e produttivo.

Ovviamente si può migliorare e bisognerà farlo, monitorando costantemente le condizioni di lavoro e adattando le norme alle nuove tecniche che verranno; ma anche punendo con sanzioni opportune chi non segue la normativa vigente.
Non possiamo infatti assolutamente concederci velleità soprattutto in questo campo.
è di primaria importanza, in uno stato moderno come l'Italia, garantire un ambiente di lavoro sicuro a chiunque operi nel campo dell'estrazione mineraria, anche se spero che questo mio discorso venga attuato in ogni ambiente lavorativo, poiché è molto triste che nel 2018 la tematica delle morti bianche sia ancora così drammaticamente attuale.