Attività estrattiva nella Regione Calabria

Volendo delineare l'attuale situazione dell'attività estrattiva in Calabria, quello che viene fuori è un settore dall'alto potenziale ma castrato da un contesto economico-amministrativo che lascia un margine di sviluppo esiguo. E' importante tener conto che l'attività estrattiva calabrese è stata regolamentata solo nel 2009 grazie alla L/R 40/2009, completata poi da un regolamento attuativo nel Maggio del 2011.
Così come tutte le attività sul territorio nazionale, anche l'attività estrattiva calabrese ha risentito pesantemente della crisi economica degli ultimi anni; ciò ha portato non solo a ritardi nei pagamenti da parte dei committenti e a relativi contenziosi, ma anche e soprattutto alla chiusura di diverse aziende per mancanza di opportunità lavorative. Nel quadro delle difficoltà che il settore incontra si aggiunge, inoltre, quella rappresentata dalla macchina amministrativa, la quale penalizza fortemente i pochi aventi interesse ad investire nel territorio con tempistiche di autorizzazione lunghissime.
Statisticamente si contano all'incirca 200 cave operative in Calabria, dalle quali si estraggono inerti (sabbie e ghiaie) e materiali per la produzione di mattoni e cementi, scarseggiano invece le cave destinate all'estrazione di materiali lapidei. In contrapposizione alle cave attualmente operanti, altrettante sono purtroppo dismesse o abbandonate. E' importante sottolineare che queste stime sono approssimative, poiché la Regione Calabria, ad oggi, non è in possesso di un catasto delle cave. La Regione è inoltre sprovvista del P.R.A.E. (Piano Regionale delle Attività Estrattive) violando così la sua stessa norma 40/2009 che prevede la compilazione di quest'ultimo. L'assenza di questo piano è un altro grande intralcio alla corretta attività tecnico-amministrativa, la cui realizzazione è ora più che mai necessaria per regolamentare e rilanciare questo settore nel territorio calabrese.
Il P.R.A.E., infatti, permetterà di snellire le procedure amministrative a vantaggio degli imprenditori e del territorio, che potrà essere salvaguardato in maniera più semplice e pratica. Sarà possibile inoltre, programmare i volumi di materiale estratto, così da permettere alla Regione di ottenere in maniera più semplice i dati a riguardo e, conseguentemente, quantificarne gli oneri che ne deriveranno, così da poterli reinvestire nel settore stesso tramite formazione professionale e opere di sicurezza territoriale e ambientale; aspetti entrambi necessari al rilancio economico del comparto.
In ogni parte del mondo il settore estrattivo è alimentato dagli imprenditori che operano al suo interno in accordo con le istituzioni del luogo; in Calabria gli imprenditori che ancora credono nel potenziale di questa regione si ritrovano purtroppo senza certezze, cercando ogni giorno di gestire un dialogo a senso unico con le istituzioni che poco comprendono come una sinergia da entrambe le parti possa far aumentare esponenzialmente le opportunità di ripresa economica di tutto il territorio.