Il respiro della montagna

Misconel, una delle più importanti imprese del Trentino Alto Adige, ha scelto Volvo. In Val di Fiemme abbiamo potuto vedere all'opera una pala gommata L90H e un escavatore cingolato EC220E in configurazione NH, ossia con il carro maggiorato per applicazioni heavy duty

Dominato dalla catena del Lagorai e accoccolato su una terrazza soleggiata, Cavalese è il paese della Val di Fiemme noto per il campanile merlato della chiesa di San Sebastiano, realizzato nel 1700 dai maestri muratori Misconel.
Affonda, infatti, le radici in un passato lontano la presenza di Misconel nel settore edile, tanto che testi storici riportano tracce di costruzione di chiese e campanili nelle vallate trentine già dal XVIII secolo. Molto tempo è passato, tanto che oggi l'azienda è arrivata a coprire a 360° i vari comparti del mondo delle costruzioni, spaziando tra realizzazioni civili ed industriali, opere stradali e pavimentazioni, realizzazioni di urbanizzazioni e infrastrutture, bonifiche e servizi ambientali, movimento terra e demolizioni, estrazione e lavorazione degli inerti, nonché produzione di calcestruzzi e conglomerati bituminosi.
Con simili impieghi ben si comprende l'importanza ricoperta dal parco macchine Misconel che, per quanto riguarda il movimento terra, è costituito quasi interamente da macchine Volvo.
L'headquarter di questo colosso trentino delle costruzioni si trova a Lago di Tesero, su una superficie di 40.000 mq dove abbiamo potuto incontrare Giulio Misconel, Presidente e Ad, che ci ha spiegato che: "la Misconel, una delle aziende più vecchie d'Italia, sempre rimasta conduzione familiare, oggi è gestita da quattro fratelli, ognuno dei quali ricopre un ruolo ben preciso: io mi occupo di gestire i rapporti con le amministrazioni comunali e con i clienti, supervisionando il tutto, mio fratello Gianni segue il discorso cantieristica ed edilizia, Marco è il responsabile amministrativo, mentre Luca cura l'ufficio acquisti e tutta la parte legata all'ecologia.
Infatti, inserendosi in un contesto montano circondato dalle Dolomiti patrimonio dell'umanità, grande attenzione è posta all'impatto ambientale, tanto che la Misconel non solo dispone di un centro di riciclaggio a Castello di Fiemme, dove vengono lavorati inerti provenienti da scavi e demolizioni (producendo aggregati riciclati con dimensioni fino a 100 mm), ma dispone anche di anche 4 gruppi mobili di frantumazione per fare campagne direttamente in situ e ridurre così le emissioni. Emissioni che vengono ridotte anche grazie alla scelta di macchine sempre nuove e all'avanguardia dal punto di vista tecnologico. Come sottolinea Giulio Misconel: "abbiamo un parco mezzi che supera le 150 unità complessive, nello specifico le macchine movimento terra raggiungono le 10.000 ore nel giro di cinque anni per cui, visti i lavori che siamo chiamati a svolgere in Trentino, in Alto Adige ma anche in Veneto, in Valle d'Aosta e nel Nord Italia in generale, noi preferiamo sostituirle ciclicamente così da essere sempre aggiornati e dotati di macchine efficienti e produttive".
La collaborazione con Volvo dura ormai da più di un decennio, tanto che il marchio svedese può essere classificato da Misconel come fornitore primario di mezzi movimento terra.
Ultima arrivata, e già in piena attività è la pala gommata L90H, impegnata a coadiuvare il lavoro di un'altra pala gommata, la maggiore L250G, che opera nell'impianto di produzione di conglomerati bituminosi tradizionali e modificati. Come sottolinea ancora Giulio Misconel: "Fino a due anni fa, ossia prima di acquistare la L250G, usavamo un dumper e una pala per alimentare il nostro impianto, ma grazie alla capacità della L250G e alla velocità della L90H siamo riusciti ad eliminare l'utilizzo del dumper e a spostare l'altra pala, una L110G sempre Volvo, nel nostro secondo centro di riciclaggio che abbiamo aperto insieme ad un'altra azienda in Val di Non".
L'efficienza e la produttività sono le armi vincenti della nuova L90H, una macchina da 15,19 t, dotata di un motore Volvo D6J, con sei cilindri in linea da sei litri, rispondente alla normativa antinquinamento Stage IV. Il cambio a controalbero, Volvo così come tutti i componenti della trasmissione, è stato studiato per sopportare maggiormente le sollecitazioni e per essere efficace negli impieghi gravosi. Anche gli assali ad albero flottante e il bloccaggio del differenziale (con innesto a denti e quindi in grado di offrire un bloccaggio al 100%, riducendo al minimo il pattinamento delle ruote e garantendo trazione e spinta su terreni a bassa consistenza e scivolosi, a tutto vantaggio anche della minor usura degli pneumatici) operano in questa direzione. L'impianto idraulico intelligente load sensing riduce i consumi di carburante e assicura il controllo ottimale del carico, in più con l'ausilio di pompe a pistoni a portata variabile e di leve di comando di precisione, la potenza idraulica viene erogata in funzione della domanda. Sempre nell'ottica di una riduzione dei consumi opera l'ecopedale. Come ci conferma Claudio Piazzi, operatore: "quando si superano i consumi della modalità Eco, il pedale dell'acceleratore si indurisce, avvisando che si sta consumando più del previsto. Ovviamente - prosegue - è solo un monito, l'operatività non viene per nulla intaccata, ne che si tratti di operazioni di carico autocarri a ciclo breve sia di carico e trasporto su distanze medio lunghe".
Infatti, è il cinematismo TP linkage di Volvo che, abbinando i vantaggi dei leverismi a Z e parallelo, fornisce un'elevata coppia di strappo e un eccellente movimento parallelo sull'intera corsa di sollevamento. In più, la geometria del cinematismo TP linkage, insieme al design della benna, assicura ottimi angoli di richiamo, il che significa meno perdita di materiale e maggiore stabilità della macchina, visto che si riesce a mantenere il carico più in prossimità della zona dell'assale anteriore. Come sottolinea ancora Piazzi: "è proprio il controllo perfetto del carico che ci consente di essere produttivi, lavorando in totale sicurezza, grazie anche all'ottima visibilità e alla cabina davvero confortevole: sedile in primis con schiena che ringrazia".
Così come a ringraziare sono i meccanici dell'officina Misconel che si occupano della manutenzione ordinaria (tutte le macchine Volvo sono coperte da accordi di assistenza che prevedono il full service), visto che il cosiddetto design "service friendly" fa sì che tutte le componenti importanti della pala siano facili da raggiungere per essere ispezionate.
Non solo, la L90H presenta anche degli accorgimenti davvero utili a prolungarne la vita operativa e a ridurre manutenzione e fermi macchina. Impossibile non citare ancora il cinematismo TP linkage che presenta giunti a doppia sigillatura per tutti i perni. Questo sistema trattiene il grasso e impedisce l'ingresso di polvere o altri contaminanti, a tutto beneficio e garanzia della funzionalità del sistema di sollevamento del braccio.
Se, quindi, tutte queste caratteristiche non possono che accrescere la produttività della macchina, la nuova testata porta attrezzi Volvo consente di trasformare velocemente questa pala gommata, rendendola anche assolutamente versatile. Non a caso, come evidenzia ancora Giulio Misconel: "la L90H è stata attrezzata anche per poter essere utilizzata per lo sgombero neve in inverno; d'altronde siamo in montagna e la conformazione particolare del nostro territorio sottende la scelta delle macchine che vi devono operare. Ed è proprio sulla base di questa necessità - prosegue - che abbiamo scelto gli escavatori EC220E in configurazione NH, ossia con il carro maggiorato che nelle nostre zone, ricche di porfido è quasi un obbligo, vista non solo l'usura a cui vanno incontro benne e carri ma anche e soprattutto la specificità ambientale che richiede un'affidabilità e una robustezza diversa, anche da quella richiesta per gli impieghi gravosi in pianura".
L'EC220E NH, infatti, lo vediamo impegnato nella rimozione dei detriti di una frana al fine di operare poi un rinverdimendo dell'area. La zona è scoscesa, ma l'escavatore si muove in tutta sicurezza proprio grazie al carro NH che genera un'eccellente trazione sui terreni difficoltosi. E questo grazie al fatto che la base del carro è assolutamente sovradimensionata: è infatti quella dell'EC300E, con due rulli in meno e con il telaio inferiore, largo 2,55 m, ad "X" che consente la regolare distribuzione del peso, aumentando stabilità e durata ed evitando i possibili danni provocati da rocce e detriti. Anche perché, come ci conferma Giulio Misconel: "l'EC220E NH lo utilizziamo spesso, oltre che su roccia ad alta quota, anche nel greto di torrenti e ruscelli, per cui ci servono delle componenti che superino addirittura la normale durata, e queste lo fanno". Appunto per questo le catenarie, gli elementi scatolari e le lamiere hanno gli stessi identici spessori dell'EC330E, oltre al design che comprende, standard per l'EC220E, piastre interne disposte in modo da sostenere i punti maggiormente sottoposti a stress, contribuendo così a disperdere le sollecitazioni dalle aree maggiormente critiche di braccio e avambraccio a garanzia di una produttività elevata anche in contesti difficili. E non dimentichiamoci che è un Volvo ed è costruito utilizzando sigillante al silicone per prevenire la formazione di ruggine, cablaggi e collegamenti impermeabili, come pure cerniere rinforzate per le porte, nonché protezioni imbullonate per le luci di lavoro sul telaio.
Dotato di un motore Volvo D6, sei cilindri da 5,7 litri, rispondente alle normative Tier 4 Final/Stage IV, l'EC220E NH, come ha sottolineato Giulio Misconel: "ha un consumo di carburante contenuto se rapportato all'impegno cui è sottoposto. Trovandoci in montagna ed essendo attenti per vocazione a tutto quello che rientra nella costruzione di un futuro sostenibile - precisa - abbiamo testato anche macchine ibride, anche se devo ammettere che obiettivamente non abbiamo riscontrato differenze di consumo importanti fra una macchina e l'altra e tali da giustificarne l'investimento". Investimento invece giustificato dall'efficienza totale della macchina, che non si traduce solo in forza e durabilità delle componenti, ma anche in corrispondenza perfetta fra costruzione e impiego, nel pieno rispetto di quello che è il respiro della montagna.