"La Puglia ha tutte le carte in regola per poter recuperare posizioni e riproporre con successo una vocazione imprenditoriale di lunga data, coniugandola con le nuove direttrici dettate dall' innovazione tecnologica. Mi aspetto che la giunta guidata da Michele Emiliano faccia di più e meglio. Non c' è tempo".
Non usa mezzi termini il presidente di Ance Puglia e Ance Foggia,Gerardo Biancofiore, in un' intervista a Labitalia. "Il settore delle costruzioni -spiega- potrebbe rappresentare un volano per la crescita. Una domanda aggiuntiva di un miliardo nel comparto genera una ricaduta complessiva sull' intero sistema economico di oltre 3 miliardi e mezzo e la creazione di più di 15.500 unità di lavoro".
"E' una risorsa straordinaria -avverte- continuare a trascurarne le potenzialità per lo sviluppo del territorio significa frustrare le aspettative di riscatto di un' area. Come sistema associativo chiediamo di poter dialogare incisivamente con le istituzioni a ogni livello. Sia per veicolare le proposte del sistema produttivo, sia per dare un senso a concetti come programmazione, rispetto dei tempi, cronoprogramma dei singoli interventi".
"Ora -continua Gerardo Biancofiore- diventa decisivo il ruolo della politica. Come Ance continueremo a insistere con il governo regionale perché si realizzino compiutamente le infrastrutture utili e sostenibili del patto per la Puglia. Riuscire nell'intento sarebbe una vittoria dei territori pugliesi, della Puglia e dell' intero Paese". "La recente recrudescenza -osserva- del fenomeno criminale in Puglia, e in particolare nella provincia di Foggia, ripropongono il drammatico problema della violenza e del degrado urbano. E' una questione che non può essere affrontata soltanto in chiave repressiva, con un potenziamento e una razionalizzazione delle forze dell' ordine".
"Si deve agire in primo luogo -ammette- con la prevenzione. Che è parola che può significare tutto e niente. Abbiamo cercato di declinarla, in ambito Ance, promuovendo e partecipando attivamente alla definizione di protocolli d' intesa finalizzati ad assicurare la sicurezza dei cantieri e a impedire l' insinuarsi nel sistema degli appalti di soggetti e realtà di dubbia provenienza. Ma la prevenzione, in un' epoca in cui a competere sono i sistemi territoriali più che le singole imprese, significa anche promuovere lo sviluppo del foggiano e dell' intera regione".
"La volontà politica, in tal senso, è conditio sine qua -assicura- non di qualsivoglia strategia di rinascita sociale ed economica, come ricorda la lezione di Paolo Borsellino: politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d' accordo. La precondizione dello sviluppo resta la legalità . Ed è sulla base di questa consapevolezza che, come mondo associativo, cerchiamo a ogni livello il confronto e il raccordo con le istituzioni preposte, anche e soprattutto per assicurare i meccanismi di una crescita sana e trasparente dell' economia locale". "I dati riportati in un' indagine Ance -ricorda- pubblicizzata pochi giorni fa ci dicono in maniera inequivocabile quale sia l' altra faccia del problema economico e sociale pugliese. La Puglia occupa il 233° posto su 263 regioni europee nella classifica della competitività. E' al 171° posto per dotazione infrastrutturale. E la provincia di Foggia ha una situazione ancora più critica, occupando l' ultimo posto in ambito regionale. Una condizione che penalizza inevitabilmente l' attività economica. La Puglia, tuttavia, è anche la regione che dispone in prospettiva delle maggiori risorse per l' attuazione di una politica di coesione".
"Risultano programmati -afferma- circa 10 miliardi di euro, tra Fesr, Fse e Fondo sviluppo e coesione .Sono risorse ingenti, che non devono sostituirsi come in passato, ma aggiungersi, alla spesa ordinaria dello Stato. In tal senso, è auspicabile che quest' ultima si allinei percentualmente alla popolazione residente, a partire dall' attuazione di quanto disposto nel decreto Sud per la spesa ministeriale, che dovrebbe salire dunque al 34%, rispetto a una media degli ultimi anni di circa il 28%".
"Ma -rimarca il presidente dell' Ance Puglia- al di là dell' articolazione e dalla consistenza complessiva dei finanziamenti, è necessaria una svolta radicale nella capacità di gestione politico istituzionale e amministrativa di questi flussi di risorse. Bisogna tornare a utilizzare la leva degli investimenti pubblici. In sei anni, tra 2010 e 2016, sono calati di oltre un quarto.
Nel 2016, in Puglia, l' importo totale relativo ai bandi di gara per lavori pubblici si è ridotto a un terzo rispetto ai valori 2015: da 1690 a 679 milioni di euro. Non vi è stato alcun bando emanato il cui importo abbia superato i 50 milioni . Alla lentezza con la quale si è avviato il muovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020 si sono aggiunte le difficoltà originate dal Codice degli appalti". "Vi è un problema -chiarisce- di normative da rivedere, come è stato per il Codice, modificato da un decreto correttivo nel 2017, ma, nel caso specifico della regione, vi sono anche esigenze ineludibili di migliorare la capacità di progettazione e l' efficienza delle strutture amministrative, a cominciare da quelle municipali. Nel 2016 la spesa per investimenti dei comuni pugliesi, dopo un' impennata dovuta alla conclusione del vecchio ciclo di fondi strutturali, è subito tornata ai livelli 2014, anche per l' incapacità degli enti locali di mettere in atto efficacemente le nuove regole di finanza pubblica".
"E' auspicabile -continua- che soprattutto i piccoli comuni sotto i quindicimila abitanti comincino a utilizzare uno strumento come il fondo rotativo per la progettazione degli enti locali, che ha una dotazione pluriennale di 20 milioni . In un contesto del genere, purtroppo, al soggetto promotore della crescita per antonomasia, ovvero l' impresa, è impedito di esplicare al meglio il proprio ruolo".