Il futuro dell'edilizia sostenibile

Calcestruzzo CAM derivato dal riutilizzo degli scarti delle attività di demolizione e delle cave 


Un'edilizia sostenibile è possibile al fine di ridurre l'impatto ambientale e potenziare il recupero e riutilizzo degli scarti inerti. Le aziende sono, infatti, chiamate ad intraprendere nuovi percorsi di sostenibilità ambientale, non solo per far fronte agli obblighi previsti delle normative vigenti, ma anche per dare risposta alle nuove sensibilità emergenti a livello globale, visti gli obiettivi fissati dall'Europa e dall'ONU con l'Agenda 2030.

Anche in edilizia, dunque, è possibile riutilizzare gli scarti delle attività di demolizione e delle cave estrattive, con una serie di vantaggi per le aziende che intraprendono questo percorso e che possono così ridurre i costi di smaltimento e produrre calcestruzzi e manufatti a basso impatto ambientale.

Da un punto di vista normativo le basi di questo percorso sono state poste nel 2003, con il DM ambiente numero 203 che aveva fissato l'obbligo di utilizzo di almeno il 30% del fabbisogno nella realizzazione di opere pubbliche impiegando sia manufatti che beni ottenuti con materiale riutilizzato. Recentemente il decreto sui criteri ambientali minimi, pubblicato il 23 giugno 2022, ha imposto l'uso di materiale riciclato pre o post consumer con tanto di asserzione ambientale di cui alla norma uni EN ISO 14021: 2016. In caso di mancata ottemperanza, l'azienda inadempiente non può partecipare alle gare d'appalto perdendo così competitività sul mercato.
Se è vero che da un punto di vista normativo si impone il riutilizzo degli scarti inerti, da un punto di vista tecnico permangono difficoltà nel garantire risultati buoni e in linea con i requisiti delle norme di costruzione.

Per produrre un calcestruzzo che abbia determinate caratteristiche e risponda ai requisiti di resistenza, flessione e trazione sono, infatti, necessari test scientifici per elaborare nuovi mix design utilizzando aggregati riciclati provenienti da attività di costruzione e demolizione, cementi armati che, una volta frantumati e marcati CE, possano diventare aggregati riciclati per la produzione di nuovi calcestruzzi sostituendo i materiali naturali.Anche le Norme Tecniche di Costruzione "Decreto del Ministero del-le Infrastrutture e Trasporti del 17/01/2018" al § 11.2.9.2 tabella 11.2.III prevedono l'utilizzo di aggregati prodotti dalla demolizione di calcestruzzo purchè rispettino i requisiti di un calcestruzzo strutturale. Per conoscenza si riportano di seguito alcune informazioni tecnico scientifiche del "Progetto Meisar", all'interno del quale nel Report "Caratterizzazione fisica e meccanica di calcestruzzi riciclati" sono verificate le proprietà dei conglomerati, prodotti con calcestruzzi riciclati, in termini di resistenza e deformabilità.Sono stati elaborati mix design utilizzando aggregati grossi riciclati da calcestruzzo demolito in percentuali variabili dal 30 al 80%, una lavorabilità S4, rapporto acqua/cemento 0.463. I valori medi di resistenza alla compressione a 14 gg. oscillano da 42.5 a 44.8 Mpa; si tratta pertanto di valori interessanti che dovrebbero favorire l'utilizzo di questi aggregati riciclati.È importante sottolineare che, il calcestruzzo da demolizione utilizzato per la produzione di aggregati, deve essere caratterizzato effettuando carotaggi, prima della demolizione, su cui dovranno essere svolti test di laboratorio necessari per conoscere le caratteristiche fisico, chimiche e meccaniche.Una volta caratterizzato, il calcestruzzo sarà frantumato e vagliato per ottenere un aggregato riciclato che sarà certificato CE in base alla norma UNI EN 12620 e, consigliabile, anche CAM predisponendo una relazione CAM come indicata al § 2.2.1 del DM del 23/06/2022. A questo punto l'aggregato prodotto potrà essere utilizzato nel mix design per la produzione di calcestruzzi preconfezionati nelle percentuali indicate dalla NTC 2018.È possibile utilizzare anche residui di lavorazione lapidea per produrre aggregati riciclati da destinare alla produzione di calcestruzzi; in questo caso trattandosi di scarti di lavorazione essi sono classificati come sottoprodotti e quindi possono rientrare nella classificazione CAM come materiali pre consumer, sempre che i test di laboratorio confermino le qualità chimico fisiche.Il nostro Studio di consulenza propone servizi specializzati alle imprese che vogliono impegnarsi nei nuovi progetti, di cui abbiamo parlato in quest'articolo, rispondenti pienamente alla richiesta di economia circolare, per la produzione di calcestruzzi e prefabbricati utilizzando aggregati di recupero.