Pensare ad un uomo come Domenico Martino (Mimmo), conversare di lui anche con coloro che ne hanno condiviso il mestiere senza magari conoscerlo a fondo, farlo nella immediatezza della sua scomparsa, avvenuta il 3 aprile 2023, allevia il dolore della sua mancanza. Da quando ne abbiamo avuto notizia, per noi inattesa, molti pensieri, e molti colloqui, hanno fatto riemergere in noi, pur a diversi livelli e con varia intensità, alcuni dei tanti momenti salienti del nostro trentennale rapporto umano e di lavoro.
Mimmo era nato a Reggio Calabria l'8 febbraio 1942, ma sin da ragazzo ha vissuto a Bianco. La sua vita lavorativa si è svolta a Roma, ma la Calabria, Bianco e il suo mare dove trovava rifugio e ristoro, gli erano rimasti nel cuore e nello stile di vita: sobrio, discreto, essenziale. Agli studi classici erano seguiti quelli tecnici (laurea in ingegneria mineraria) che lo avevano condotto prima ad una intensa collaborazione con l'Università (alcuni ingegneri che hanno studiato alla facoltà di Ingegneria di Roma in S. Pietro in Vincoli ricorderanno l'impegno da lui profuso nella meccanica delle rocce, con il prof. Ribacchi, e le sue dispense chiarissime).
Poi dal 1971 ha dedicato tutto il suo tempo e le sue energie allo Stato, nell'Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi (UNMIG), di cui è divenuto Direttore per un decennio fino al 2007, con una parentesi all'inizio degli anni Novanta nella Politica Mineraria della Direzione Generale delle Miniere, dell'allora Ministero dell'industria, commercio e artigianato di cui è stato Vicedirettore Generale.
Molte sono le attività in cui si è impegnato e distinto, da quelle internazionali legate alla definizione delle regole per lo sfruttamento delle risorse dei fondi oceanici che sono poi state inserite nella Conferenza Internazionale sul Diritto del Mare (UNCLOS) a quelle interne agli uffici, dove ha dato un forte impulso col suo lavoro allo sviluppo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, che in quegli anni erano un rilevante settore dell'approvvigionamento di energia e dell'economia nazionale, e dove avviò già negli anni 80, con precoce lungimiranza e quasi senza mezzi, l'informatizzazione che ha condotto gli uffici UNMIG ad essere considerati all'avanguardia rispetto a tutte le Amministrazioni italiane.
Tutto questo non poteva non essere detto e andava scritto, e molto altro ci sarebbe da ricordare riguardo a un curriculum ricchissimo, ma è altro quello che vorremmo ricordare con coloro che come noi hanno condiviso con lui ampi tratti di cammino che lo ha visto testimone di competenza professionale e di stile di vita.
Mimmo serio, tenace, infaticabile, puntuale, preciso, che arrivava forse all'alba in ufficio, certamente prima di ogni altro, e sembrava non distrarsi mai, era una persona sensibile ed attenta ai problemi di tutti. Non concedendo mai alcuno sconto a sé stesso si aspettava impegno anche dagli altri, e la stima la riservava non tanto a chi era più dotato quanto piuttosto a chi, a qualunque livello, profondeva tutto il suo impegno nei propri compiti.
Mimmo che così come dava tutto sé stesso all'ufficio, così attendeva il momento delle vacanze di agosto per dimenticarlo completamente per un mese intero, in cui i suoi pensieri erano assorbiti dalla famiglia e dal mare. Tornava abbronzato, ringiovanito di molti anni, e riprendeva da dove aveva lasciato come fosse passato un solo giorno. Mai un rimpianto per il lavoro interrotto, ma neppure per le lunghe ferie terminate.
Negli ultimi suoi anni di lavoro le pressioni politiche e dei media e la deformazione progressiva dell'immagine del settore upstream, esplosa poi negli anni più recenti, non gli hanno consentito di lasciare l'incarico serenamente come avrebbe meritato, e la sua uscita di scena è stata come quella delle vacanze estive: assoluta, totale, in linea con il suo stile. Abbiamo poi compreso in concreto le ragioni di tale scelta, che abbiamo sempre rispettato. Sentendoci e scrivendoci periodicamente abbiamo conservato inalterato il ricordo delle innumerevoli giornate dedicate al lavoro, alla formazione, alla crescita professionale, che lasciano una grande testimonianza di come con discrezione e con un costante lavoro quotidiano orientato sempre all'interesse generale, accompagnato da una grande professionalità si possa veramente, anno dopo anno, costruire una amministrazione pubblica nel vero significato del termine e lasciare una traccia per le generazioni dei funzionari e dei dirigenti che ne raccoglieranno l'eredità e il compito.
Riteniamo possa essere significativo concludere questo breve, ma sentito ricordo di Mimmo, proprio attraverso un suo scritto, probabilmente l'ultimo, che forse rappresenta il suo testamento professionale allorquando nel 2017, in occasione della pubblicazione del volume dedicato al 60-esimo anniversario dalla fondazione dell'UNMIG , forniva la sua testimonianza di Direttore attraverso una nota dal titolo "Dal diritto del Mare alla subsidenza in Alto Adriatico", ove - oltre ad ammettere il privilegio iniziale di avere operato quale ingegnere del Corpo delle Miniere - riferiva, col suo consueto stile essenziale, sugli elementi più significativi dei suoi 30 anni di servizio dedicati all'UNMIG, ricordando la partecipazione ai lavori della Terza Conferenza delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, le difficoltà affrontate dall'UNMIG a seguito del regionalismo energetico e per una sorta di accanimento giudiziario nei confronti dello stesso UNMIG e dell'allora Ministero dell'ambiente per i timori di paventati possibili disastri indotti dalla subsidenza in Alto Adriatico.
Il congedo finale di Mimmo è infatti ben sintetizzato da lui stesso al termine di quello scritto, laddove ci dice: "Non mi resta che salutare e ringraziare tutti i colleghi ed i rappresentanti delle Società petrolifere con i quali ho avuto il piacere di lavorare proficuamente, augurando all'UNMIG che possa continuare a svolgere con successo le attività istituzionali assegnategli dalla Legge istitutiva e da quelle successive ed a superare, ove si presentassero, tutti gli ostacoli e le difficoltà, senza scoraggiamenti e traendo comunque soddisfazione dall'impegno dispiegato e conseguendo i risultati e gli obbiettivi che corrispondono all'interesse generale del Paese."