L'ANIM, insieme all’ANEPLA (Associazione Nazionale Estrattori Lapidei e Affini, aderente a CONFINDUSTRIA), ha organizzato per il giorno 20 luglio 2016 un viaggio di studio a Gorno (BG), per l’approfondimento degli aspetti economici e di tecnica mineraria delle miniere di piombo e zinco, sia dismesse che in attività, afferenti al Distretto Minerario di Gorno.
Si tratta di un sito di particolare interesse per il settore minerario, oggetto sin dall’antichità di rilevanti attività estrattive, sospese negli anni ottanta da parte della SAMIM, del gruppo ENI, per una asserita cessata coltivabilità tecnica ed economica del giacimento, pur in presenza di ingenti risorse minerarie ancora potenzialmente estraibili; quale ultima traccia di attività produttiva è rimasta una piccola concessione mineraria per piombo e zinco, sostanzialmente inattiva fino al 2015, con alcune pertinenze minerarie ancora utilizzabili nel caso di una ripresa produttiva.
L’attività mineraria del passato è testimoniata dai resti di impianti ed edifici a cielo aperto, quasi tutti in pessime condizioni di conservazione, e dalle numerose miniere dismesse del comprensorio, nonché dai numerosi vuoti creati in superficie a seguito dello sprofondamento dei cantieri di coltivazione in sotterraneo, confidando, in quest’ultimo caso, sia nell’assenza di controlli da parte della Pubblica Amministrazione, sia nel fatto che i crolli stessi si sarebbero certamente manifestati in tempi di molto successivi a quelli della chiusura delle attività estrattive.
L’Amministrazione Comunale di Gorno, sin dall’inizio degli anni duemila, con lungimiranza, ha intravisto la concreta possibilità di valorizzazione a fini turistici e culturali dei siti minerari dismessi, e si è attivata presso la regione Lombardia per l’ottenimento dei fondi necessari alle attività di messa in sicurezza e recupero degli stessi siti: i fondi disponibili sono stati utilizzati per rendere fruibile alla collettività parte del patrimonio minerario disponibile. Inoltre, la stessa Amministrazione Comunale ha preso in carico gli impianti di lavorazione del minerale, ormai obsoleti, per un futuro recupero, ancora a fini turistici e culturali.
Grazie alla iniziativa industriale di una Società mineraria australiana, sono state progettate attività concrete di ripresa a fini produttivi della miniera di piombo e zinco ancora in regime di concessione, avviando una compagna di sondaggi per delimitare le riserve coltivabili, successivamente alla messa in sicurezza degli accessi della miniera stessa. I Soci di ANIM e ANEPLA sono stati accolti presso la sede dell’Ecomuseo di Gorno dal Sindaco, Piero Calegari, che ha presentato l’attuale realtà mineraria insistente nel territorio comunale, evidenziando gli interventi di valorizzazione già effettuati e auspicando la ripresa produttiva della miniera, nel rispetto delle problematiche ambientali e con vantaggi anche economici per la comunità locale.
Il Sindaco, in particolare, ha presentato la realtà della miniera-museo “Costa Jels”, già visitabile, autorizzata dalla regione Lombardia in applicazione delle specifiche normative di recente emanate: tale miniera, per la tipologia dei cantieri, degli impianti in sotterraneo e delle vie di transito, rappresenta un modello significativo dal punto di vista didattico per valutare le modalità di sfruttamento minerario adottate in passato. Nell’ambito del Comune di Gorno sono stati effettuati ulteriori interventi di valorizzazione, compresa la sistemazione di una galleria già utilizzata per l’accesso all’attuale miniera produttiva che, a seguito di convenzione con l’attuale concessionario, dovrebbe essere utilizzata quale accesso a cantieri minerari dismessi, ma di più recente coltivazione.
Successivamente il dott. Marcello De Angelis, in rappresentanza della concessionaria Energia Minerals, ha illustrato in dettaglio le attività condotte per la ripresa produttiva mineraria.
Una approfondita campagna di sondaggi, ancora in corso, ha permesso di delimitare un giacimento coltivabile di circa quattro milioni di tonnellate di tout venant, mineralizzato al 10% di blenda e galena: il volume cubato potrebbe anche raddoppiare al termine della citata campagna di sondaggi.
E’ in corso la valutazione degli impatti ambientali della prevista attività produttiva e la predisposizione di un progetto di coltivazione che permetta il massimo del recupero del minerale in vista, eventualmente utilizzando la ripiena cementata in sede di coltivazione: appare importante definire le caratteristiche tecniche e di composizione della stessa ripiena cementata, in relazione alle prestazioni geomeccaniche richieste e al volume dei vuoti da ripienare.
E’ interesse della Società Energia Minerals di concentrare, per quanto possibile, tutta l’attività mineraria in sotterraneo, al fine di ridurre l’interferenza della lavorazione con l’esterno. Tutti i residui di lavorazione dovrebbero essere stoccati nei vuoti esistenti o creati in sotterraneo, venendo a far parte, per la quasi totalità, della ripiena cementata. Successivamente alla presentazione di cui sopra, i partecipanti alla giornata di studio hanno potuto visitare la miniera dismessa “Costa Jels”, all’interno della quale è stata ricostruita la vicenda di un minatore di Gorno, emigrato in Australia all’inizio del novecento, il quale, rimasto isolato in una miniera d’oro a seguito dell’allagamento dei cantieri superiori, protetto da una bolla d’aria, era stato salvato dalla solidarietà e dagli sforzi dell’intera comunità mineraria di quel continente.
La giornata si è conclusa degnamente con un incontro conviviale in un ristorante caratteristico della zona.