Ai nastri inaugurali la tre giorni piacentina dedicata al calcestruzzo: stamattina Piacenza ha inaugurato ufficialmente la seconda edizione del GIC - Giornate Italiane del Calcestruzzo/Italian Concrete Days, l'unica manifestazione italiana dedicata alle macchine, alle attrezzature, ai prodotti e alle tecnologie per l'industria del calcestruzzo, la prefabbricazione e il ripristino delle strutture in cemento armato, anche in zone sismiche. L'intera filiera del calcestruzzo, in tutte le sue molteplici diramazioni, é rappresentata nel quartiere fieristico di Piacenza da giovedì 8 a sabato 10 novembre. 245 espositori (più del doppio rispetto alla precedente edizione) 3 diversi padiglioni, 68 patrocini e 1.840 visitatori il primo giorno, sono del resto un ottimo punto di partenza per la manifestazione piacentina. La cerimonia del taglio del nastro si è svolta in presenza del vicesindaco di Piacenza, avv. Elena Baio, del presidente di Piacenza Expo Giuseppe Cavalli e dell'organizzatore della manifestazione Fabio Potestà, amministratore della Mediapoint Communications srl.
Ricostruire ex novo o recuperare il Ponte Polcevera?
Al via anche l'attività convegnistica: il GIC si è aperto con una coinvolgente Tavola Rotonda sul tema: "14 agosto 2018: dal crollo del viadotto Polcevera di Genova una svolta per le infrastrutture italiane?". Nel suo intervento introduttivo Potestà ha mostrato la classifica delle 200 aziende più importanti a livello mondiale, dove, tra le prime 11, in termini di fatturato, ben 6 sono cinesi, seguite da imprese francesi e spagnole. L'Italia affiora in graduatoria, con la Saipem, solo al 36° posto e sono complessivamente solo 7 le imprese italiane prese in considerazione tra le top 200. «Il mercato italiano delle costruzioni, polverizzato in una miriade di imprese, è stato a lungo penalizzato e ha perso molte opportunità che altri Paesi, con una visione più lungimirante, sono riusciti a cogliere. Cerchiamo di recuperare il tempo perso - ha concluso Potestà - unendo sforzi e sinergie con una visione di più ampio respiro».
Più focalizzati sul tema del Ponte Polcevera gli altri relatori, che hanno sottolineato come il calcestruzzo sia di per sé un materiale resistente e durevole. Per Giuseppe Marchese di Federbeton, il calcestruzzo continua ad essere il materiale più duttile e al tempo stesso economicamente sostenibile. La tecnologia - ha sottolineato - ci consente oggi di intervenire sul materiale adattandolo alle necessità dei singoli progetti, con una durabilità anche di cento anni, come nel caso del Ponte di Lisbona o di 150 anni nel caso delle paratie del Mose». Il materiale in sé non deve quindi essere messo sotto accusa e tantomeno il progetto, come ha spiegato Tullia Iori, docente di Storia dell'Ingegneria Strutturale dell'Università di Roma, che ha tracciato un excursus storico molto interessante dei progetti avanguardistici di Morandi e della loro realizzazione, anche all'estero, grazie all'impegno di realtà imprenditoriali italiane pronte a mettersi in gioco sperimentando l'innovazione della struttura strallata omogeneizzata in calcestruzzo. Il problema quindi risiede non nel progetto o nel materiale, ma nella mancata manutenzione. E di fronte all'attuale dilemma se demolire e ricostruire il ponte ex novo o intervenire ristrutturandolo, da più parti si è levata una voce unanime: considerando i costi e i benefici, o meglio, i danni economici che il blocco dell'arteria di traffico produce ogni giorno, sarebbe auspicabile avviare al più presto un intervento di recupero che potrebbe risolvere il problema in pochi mesi. Il ponte è inoltre un'icona della nostra ingegneria strutturale e va salvato, anche per mostrare la nostra eccellenza ingegneristica.
Nell'arco della giornata si sono svolte anche l'Assemblea ATECAP, con un focus condiviso sulle problematiche e il futuro del settore, oltre a un convegno organizzato da Assobeton sulle nuove norme tecniche in vigore da febbraio 2018. Antonella Colombo, della segreteria tecnica Assobeton, ha illustrato la portata innovativa delle nuove norme che per la prima volta inseriscono la manutenzione come parte integrante del progetto.
Concretezza. La durabilità delle opere in calcestruzzo armato
Sempre sul tema della durabilità del calcestruzzo si è svolto contemporaneamente anche il primo dei tre eventi organizzati dall'Istituto Italiano del Calcestruzzo, in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri. "Ho voluto promuovere questi incontri - conferma Silvio Cocco, Presidente e fondatore dell'Istituto Italiano del Calcestruzzo - in quanto penso sia utile mettere intorno a un tavolo, per un momento di dialogo e confronto, tutte le figure che hanno un ruolo di responsabilità nella realizzazione e manutenzione delle infrastrutture nel nostro Paese. Mi riferisco quindi non solo ai tecnici e agli specialisti, ma anche alle istituzioni, che devono confrontarsi con progettisti, ingegneri e tecnici dei materiali, ciascuno nel proprio ambito, per trovare una sintesi e dare ognuno il proprio contributo per far comprendere anche ai cittadini le scelte politiche, amministrative, progettuali e tecniche che sono alla base dei possibili scenari futuri».
Il calcestruzzo, filo conduttore del nostro quotidiano
Il calcestruzzo è un materiale versatile, trasversale e "amico", al di là della frequente demonizzazione della cementificazione. Per durabilità, plasticità, sicurezza e sostenibilità rappresenta la soluzione ideale per le infrastrutture stradali, per gli impianti produttivi e le architetture innovative, per l'edilizia scolastica e per le opere necessarie a garantire la sicurezza del territorio. La Concrete Conference, organizzata da Federbeton, sul tema: "Calcestruzzo per #muovere, #produrre, #educare #proteggere" è stata un'occasione per scoprire le caratteristiche di eccellenza e versatilità del calcestruzzo, attraverso le esperienze di importanti costruzioni realizzate con questo straordinario materiale: 400 ponti in Italia, di cui 398 in cemento armato e solo 2 in acciaio. Il convegno è stato introdotto dal presidente di Federbeton Roberto Callieri, che ha tracciato un quadro dell'attuale situazione del settore: "L'andamento della filiera del cemento e del calcestruzzo rispecchia la situazione del settore delle costruzioni. Negli ultimi dieci anni, il mercato del cemento ha registrato un calo complessivo di circa il 60% dei volumi. Federbeton e le aziende appartenenti alla filiera hanno reagito con una ristrutturazione del proprio assetto produttivo e puntando sulla qualità dei processi produttivi e dei prodotti, che esprimono standard di eccellenza in termini di durabilità, sostenibilità e sicurezza. Oggi le aziende associate a Federbeton sono in grado di garantire al Paese materiali innovativi e performanti per le opere necessarie allo sviluppo economico e sociale e per la conservazione di un patrimonio infrastrutturale straordinario, ma che in alcuni casi necessita di interventi urgenti. Questo straordinario dinamismo, in termini di investimenti in innovazione e sostenibilità, deve tuttavia fare i conti ancora oggi con le difficoltà di un mercato stagnante. L'esperienza, le competenze e la capacità di trasformare la ricerca in innovazione applicata rappresentano le premesse per un importante rilancio del comparto produttivo del cemento e del calcestruzzo in Italia. Ciò che, in troppi casi, ostacola l'avvio di una nuova stagione di sviluppo per la filiera è la difficoltà, da parte della committenza, di tradurre in cantieri le risorse finanziarie disponibili».