Visita allo stabilimento di Bhuj e al suo avanzatissimo Centro di Ricerca e Sviluppo: tecnologia, business e social corporate responsability nell'India di BKT, produttore leader nel mercato degli pneumatici Off-Highway
Non è "l'odore delle spezie, il sapore del curry e dello zenzero, oppure il profumo del legno di sandalo, il più tipico fra tutti gli odori indiani" così come scriveva Hermann Hesse in Dall'India e non è nemmeno quello di "viscere di animale squartato" de L'odore dell'India di Pier Paolo Pasolini. O meglio, l'India è ancora oggi tutto questo e ovviamente molto altro.
La nostra India, quella che abbiamo potuto vedere, toccare e annusare è un'India altamente tecnologica, all'avanguardia dal punto di vista della ricerca e dell'impiego di nuovi materiali, è un'India che investe nei processi, nello sviluppo del prodotto e soprattutto nelle persone e nell'ambiente circostante. È l'India di BKT e del suo asso nella manica, lo stabilimento di Bhuj che abbiamo potuto visitare, in ogni sua parte, lo scorso gennaio.
Situato a un centinaio di chilometri dal confine col Pakistan, nella regione indiana del Gujarat, l'impianto di Bhuj si sviluppa su una superficie di 300 acri e ha una capacità produttiva di 380 MT di pneumatici al giorno per un totale di oltre 140.000 MT di pneumatici all'anno. Iniziato a costruire nel 2010 con una base di investimento di 500 milioni di dollari e inaugurato ufficialmente nel 2015, lo stabilimento di Bhuj è il quinto di BKT in India, nonché il più grande, tanto che vi trovano impiego lavoratori provenienti da ogni parte del subcontinente: non solo ingegneri formati negli altri impianti BKT di Chopanki e Bhiwadi, ma anche semplici operai. Bhuj rappresenta infatti un brillante esempio di "social factory" dato che ospita alloggi per i dipendenti e le loro famiglie (ben 400 residenze per famiglie e 200 appartamenti per single tutti costruiti con materiali antisismici in grado di resistere fino a scosse del 9° grado sulla scala Richter), un ospedale, una scuola, un centro sportivo, una biblioteca, senza dimenticare supermarket, ristorante e strutture ricreative, nonché una caserma dei vigili del fuoco che può beneficiare di ben 37 km di sistemi antincendio a protezione del sito, visto il clima desertico e ventoso che caratterizza questa parte d'India.
Quello che concretamente è emerso, avendo potuto visitare anche questa parte del sito è stata dunque un'attenzione tangibile al capitale umano che, da sempre, costituisce una parte integrante della filosofia di business della famiglia Poddar, fondatrice di BKT. Altrettanto importanti e portanti sono i concetti di miglioramento continuo, innovazione e differenziazione, concetti che trovano anch'essi la loro massima espressione proprio in Bhuj, lo stabilimento più rappresentativo del costruttore indiano.
Come ha evidenziato Rajiv Poddar, Joint Managing Director di BKT: "dieci anni fa abbiamo capito che la domanda globale di pneumatici stava aumentando con intensità progressiva e che per poter raggiungere i nostri piani di crescita globali - stimiamo di arrivare ad una quota del 10% entro il 2025 nel mercato globale degli pneumatici Off-Highway - dovevamo aumentare la nostra capacità produttiva: così ha visto la luce Bhuj, un asso della manica che non tutti possono dire di avere. Sarà soprattutto - precisa - grazie alla sua capacità produttiva, che è pari al 50% della nostra capacità annua totale, e alla sua vicinanza strategica al porto commerciale di Mundra, nonché all'alto livello tecnologico che ne caratterizza i processi produttivi e ne stimola la ricerca, che riusciremo a crescere e a diffonderci ulteriormente sul mercato".
Infatti, Bhuj non è solo un impianto di produzione pneumatici. Vero plus di BKT è il Centro di Ricerca e Sviluppo, inaugurato nel 2017, sempre all'interno del sito in un'area di 25 acri ove trovano posto oltre 3.000 mq di laboratori (laboratorio analitico, chimico e di sintesi, di composizione e preparazione campioni, fisico, microscopico) e 6 piste di collaudo esterne in cui testare gli pneumatici in diverse condizioni di guida (asciutto, bagnato, asfalto, sterrato, roccia, piano inclinato, ecc) così da valutarne le prestazioni nelle reali condizioni di utilizzo, oltre che monitorare la risposta dei nuovi prototipi prima dell'industrializzazione, eseguendo test specifici su trazione, comfort, rumorosità, consumo carburante, frenata, e molti altri al fine di ottenere dati e analisi aggiornati e dettagliati, preziosissimi per penetrare il mercato degli OEM, con un prodotto di qualità e in grado di adattarsi al meglio alle più diverse applicazioni Off-Highway. Come pone in luce Dilip Vaidya, presidente e Direttore Tecnologico di BKT: "lo sviluppo di nuovi materiali e pneumatici in linea con le aspettative degli utenti è essenziale per BKT al fine di rimanere un punto di riferimento centrale nei settori agricolo, movimento terra e industriale, cercando di anticipare le esigenze e le tendenze del mercato, specie in materia di veicoli e soluzioni intelligenti cui dovranno fare da contraltare pneumatici altrettanto intelligenti. Grazie proprio alla nostra Ricerca e Sviluppo - prosegue - cui destiniamo ogni anno il 5% del nostro fatturato, riusciamo a rendere i prodotti BKT affidabili, competitivi e altamente tecnologici, d'altronde disponiamo della migliore gamma di attrezzature e software disponibile sul mercato e ci avvaliamo di un team di ingegneri, chimici e tecnici che seguono meticolosamente ogni fase di sviluppo dello pneumatico: dalla progettazione, alla creazione di mescole per migliorarne le prestazioni, fino all'implementazione dei processi per una produzione efficiente e quasi personalizzata degli pneumatici. Senza dimenticare che - sottolinea - la nostra ricerca si concentra soprattutto su materiali sostenibili ed ecocompatibili, oltre che sull'uso delle nanotecnologie per creare nuovi componenti".
Non solo sette nuovi miscelatori HF da 440 litri, una nuova calandra a 4 rulli e un modernissimo cutter avvantaggiano l'intera produzione All Steel Radial, oltre che quella dei Giant, ma a fare la differenza è che la tecnologia impiegata da BKT è una tecnologia sostenibile. Come evidenzia Vaidya: "Abbiamo stipulato un accordo di ricerca congiunto con Kultevat Inc., una delle principali società statunitensi di biotecnologia specializzata nella coltivazione e lavorazione del tarassaco TKS (dente di leone russo) come alternativa rinnovabile e sostenibile alla gomma naturale, inserita nell'elenco delle materie critiche per l'Unione Europea, ed entro ottobre 2019 riceveremo 1 tonnellata metrica di gomma TSK che ridurrà gradualmente, fino a sostituire l'uso della gomma naturale."
Già oggi abbiamo potuto vedere a Bhuj diverse partite di gomma sintetica prodotta in India opportunamente divisa da quella naturale proveniente da Indonesia, Srilanka, Malesia e Thailandia oltre che dall'India ovviamente, tutte etichettate e divise per colore così da facilitarne il riconoscimento. A tal proposito tutto lo stabilimento è organizzato in maniera tale da facilitare l'operatività quotidiana dei lavoratori, con comparti e aree di produzione divise e ordinatissime, in cui si palesa quanto ogni singolo ingranaggio faccia parte di un meccanismo perfettamente funzionante, derivato da una pianificazione eccellente e da una costante attenzione alla sicurezza, con cartelli che invitano a tenere alta l'attenzione e suggeriscono, anche graficamente, quindi con immagini, i giusti comportamenti da tenere magari alla guida dei muletti o al cospetto di determinati macchinari.
Attenzione dunque costante alle persone e, come dicevamo. all'ambiente. Attenzione all'ambiente che si declina anche in semplici accorgimenti, come ad esempio pretagliare la gomma e inserirla in pezzi piccoli nei mixer, al fine di consumare meno energia e lavorarla più velocemente. Attenzione che si rivolge anche alle materie impiegate: BKT è stata la prima a produrre pneumatici conformi alla direttiva europea REACH che regolamenta l'utilizzo delle sostanze chimiche, bandendo prodotti tossici e cancerogeni.
Il futuro vede protagonisti sia i nanomateriali e nanocompositi, che consentono maggior stabilità termica e migliori prestazioni meccaniche, sia l'autosufficienza produttiva di Carbon Black, uno dei filler rinforzanti più comuni nella composizione della gomma. Come abbiamo potuto vedere, all'interno del sito di Bhuj, su un'area di 8 ettari, sta per entrare in funzione un nuovo impianto che sarà in grado di produrre entro quest'anno 60.000 ton/anno e poi entro il 2020 ben 140.000 ton/anno di Carbon Black, secondo le specifiche esigenze di BKT, così da supportare ulteriormente la capacità produttiva di Bhuj e concorrere all'aumento della quota di mercato globale degli pneumatici Off-Highway che ora è del 6%.
Un risultato ottenibile grazie alla competitività dei prodotti e grazie ad un servizio clienti e a un'organizzazione commerciale presente in ogni paese. Perché ancora una volta, oltre alla tecnologia, la differenza la fanno le persone. Come sostiene Arvind Poddar, presidente e CEO del Gruppo BKT: "per ottenere una forte consapevolezza del marchio è essenziale investire nei processi, nella tecnologia dei materiali e nello sviluppo del prodotto, ma nulla può essere ottenuto senza prendere in considerazione le persone e l'ambiente circostante. La Fondazione BKT - prosegue - al motto di "We Care"promuove iniziative sociali sostenendo importanti programmi di nutrizione e istruzione, specie femminile, riuscendo a raggiungere in India oltre 1,4 milioni di bambini che vivono in condizioni di povertà e malnutrizione. A tal proposito - evidenzia - abbiamo inaugurato proprio a Bhuj una mensa in grado di fornire 50.000 pasti al giorno per gli alunni delle scuole locali. Ma il nostro intento - conclude - è quello di promuovere iniziative sociali anche in altri paesi in collaborazione con importanti associazioni quali AMREF, Make a Wish e la ONLUS Parada Italia, sempre a sostegno dei bambini perché i bambini rappresentano il futuro e le nuove idee, che vanno tutelate e incoraggiate per arrivare a quel miglioramento continuo che è parte fondante della nostra filosofia di business."