Visita al cantiere di Santa Margherita dei Gesuiti in cui gli interventi di messa in sicurezza ed il restauro conservativo sono stati resi possibili dall'utilizzo del sistema multidirezionale Allround e dalle travi ad alta portata Layher
Sono passati ormai sette anni da quando alle 3:32 della notte fra il 5 e il 6 aprile 2009 un catastrofico terremoto di magnitudo 5.8 sulla scala Richter devastava per sempre L'Aquila e i comuni limitrofi, causando 309 morti, 1.500 feriti, 60mila sfollati e danni per miliardi e miliardi di Euro.
Ma i dati non bastano a descrivere quella che ancora oggi si presenta come una città fantasma, o meglio, una città-cantiere: abitata da operai che la popolano durante il giorno e la abbandonano la sera, sovrastata da imponenti gru che ne delineano il nuovo skyline e avvolta da nuvole di polvere che ne celano l'originario cuore.
Come spesso accade, anche a L'Aquila si è soliti far coincidere il centro cittadino con la Piazza del Duomo, anche se il reale centro topografico aquilano è rappresentato, in verità, dalla vicina Piazza Santa Margherita, in cui, accanto a Palazzo Pica Alfieri e di fronte al Palazzetto dei Nobili (ex sede del Comune), sorge la Chiesa di Santa Margherita dei Gesuiti, edificata nel XVII secolo dalla Compagnia di Gesù insieme all'adiacente collegio.
La pianta è rettangolare ad aula unica, coperta da una volta a botte ed affiancata da tre profonde cappelle per lato, intermezzate da setti murari scanditi da coppie di paraste corinzie scanalate. L'altezza dell'edificio è di circa 20 m al colmo dell'aula e 17 m al campanile, la larghezza è di 20 m e la lunghezza è di 30 m.
Se al sopraggiungere del terremoto del 1703 la chiesa, appena terminata, stando alle cronache dell'epoca non subì ingenti danni, con il sisma del 2009 invece riportò: la lesione longitudinale della volta a botte della navata, lesioni e crolli nei contrafforti laterali, crollo della parte sommitale e lesione della parete absidale, lesioni delle pareti laterali delle cappelle, danneggiamento delle volte delle cappelle laterali, lesioni della torre campanaria e danneggiamento della parete di ingresso con distacco della volta.
Gli interventi di messa in sicurezza predisposti dai tecnici del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, in accordo coi tecnici del Nucleo Coordinamento Opere Provvisionali, hanno riguardato tre macroaree, ossia: messa in sicurezza della torre campanaria, tirantatura delle volte, ritegno della parete absidale e copertura dell'abside, il tutto al fine di consentire agli Enti preposti di affrontare, in tranquillità, le successive e definitive operazioni di messa in sicurezza.