Liebherr HS 8100HD, lo scavo di 260.000 m2 di diaframmi ed il grab idraulico Activ Deviation Control Leffer XY-360°
Il presente case history ha lo scopo di illustrare le caratteristiche più salienti relative alla realizzazione delle opere di fondazione propedeutiche alla costruzione di 2 tunnel per l’attraversamento del Canale di Suez, fotografando il cantiere a fine febbraio 2016.
Numerose sono le attrezzature in campo; il principale fornitore è la Liebherr di Nenzing in Austria (LWN), Società leader mondiale in questo settore (con 1 bn€ di fatturato), specializzato nella progettazione e costruzione di macchine per fondazioni speciali.
L’attenzione verrà posta anche sull’utilizzo di una nuova gru cingolata, HS 8100 HD, in combinazione ad una innovativa benna mordente idraulica Leffer XY-360°, impegnate ad eseguire diaframmi complessi e profondi.
Port Said è una città del nordest dell’Egitto, capoluogo dell’omonimo governatorato. Sorge su una lingua di terra tra il lago Manzala, il Mediterraneo e l’imboccatura del Canale di Suez.
La città, rispetto ai canoni egiziani è di recente costruzione (1859) e venne commissionata dal Pascià Said. Sono presenti numerose case antiche con grandi terrazze su tutti i piani che danno uno stile distintivo alla città.
Dall’altro lato del canale si trova Porto Fouad (lato est del porto), con il quale si è conurbato, ed è collegato attraverso traghetti gratuiti che fanno servizio durante tutto il giorno [Fig. 1].
La città è sede di una diocesi della Chiesa Copta fondata nel 1976 dal vescovo Tadros. Nel 1993, l’ultimo suddiacono Nosshy Attia Anbary scrisse la storia della diocesi in lingua araba.
L’economia di Porto Said si basa sulla pesca e sull’industria, principalmente chimica (si ricorda l’Ing. Teto Fontana nel settore della produzione di Inchiostri), alimentare e di confezionamento delle sigarette. Porto Said è inoltre un importante porto sia per l’esportazione di prodotti egiziani come il cotone ed il riso che come stazione di rifornimento per le navi in transito nel Canale di Suez. La città pur non essendo una meta turistica offre la vista suggestiva della fila interminabile di navi che aspettano di poter entrare nel Canale di Suez.
Port Said è dotata di un approdo artificiale che si estende per circa 570 ettari lungo il tratto terminale nord del Canale di Suez ed è protetto da due moli frangiflutti che si protraggono in mare dalla bassa costa sabbiosa.
Il molo ovest si estende proseguendo la linea di banchina del porto per circa 4 km, è progettato per impedire l’insabbiamento del canale derivante dal deposito di fanghi trasportati dal Nilo. All’inizio del molo vi era in precedenza una imponente statua di Ferdinand de Lesseps [Fig. 2], il costruttore del canale di Suez, che venne abbattuta da nazionalisti egiziani nel 1956; oggi resta solo la base della statua. A sud, sulla banchina del porto, è presente un faro alto 53 m, con la luce visibile da 23 miglia di distanza. Il molo est è lungo quasi 2 km. A circa 3,5 km a est del porto si trova il canale di by-pass, utilizzato solitamente dalle navi che attraversano il canale di Suez senza fermarsi. La costa in questa zona è bassa e piatta.
Al di fuori del porto è presente un’area di attesa situata tra le latitudini 31°21’N e 31°25’N e la longitudine 32°16,2’E e 32°20,6’E dove ancorano le navi in attesa di entrare nel porto o per unirsi ai convogli diretti a nord. L’area è divisa in due sezioni: l’area settentrionale è utilizzata dalle navi con pescaggio profondo mentre la zona meridionale è per tutti i tipi di imbarcazioni.
Il Canale di Suez
06 agosto 2015 è la data di nascita ufficiale del nuovo Canale di Suez [Fig. 3] datato ufficialmente 1869, ma la storia della più importante autostrada del mare è in realtà molto più antica, tanto che già nel mondo classico, e persino prima, l’idea di unire i due mari vagheggiava nella mente di chi abitava quelle terre.
La storia del Canale di Suez inizia infatti diversi secoli fa. I primi progetti di una via navigabile che unisse il Mar Rosso al Mediterraneo sembrano risalire addirittura al 1850 a.C., quando il faraone Sesostris III della XII dinastia tentò di costruire una via d’acqua Est-Ovest che unisse il Nilo con il Mar Rosso a fini commerciali. Intorno al 600 a.C. poi, un altro faraone, Neco II (o Nekau), si imbarcò nella stessa impresa ma non vi riuscì. Fu invece grazie al re persiano Dario I, intorno al 270 a.C., che quei lavori vennero ripresi e portati a termine. Tolomeo II, faraone ellenistico, lo restaurò nel 250 a.C. e nei successivi mille anni il tratto venne modificato, cambiato e distrutto varie volte. Nel 30 a.C., racconta Plutarco nella Vita di Marco Antonio, la regina Cleopatra d’Egitto aveva tentato di far passare quello che restava della sua imponente flotta, dopo la battaglia di Azio, attraverso il canale di Suez, per avere accesso al Mar Rosso, ma tuttavia non vi riuscì perché il canale era ormai insabbiato. Nel 1504 alcuni mercanti veneziani proposero ai sultani mamelucchi regnanti in Egitto di collegare il Mar Rosso con il Mediterraneo tagliando l’istmo di Suez. E di questa possibilità si parlò, in ambiente ottomano, per tutto il corso del Cinquecento, in particolar modo nel 1568 con il gran visir Mehmed Pascià. Bisognerà attendere Napoleone Bonaparte che nel 1799 propose, durante la sua spedizione in Egitto, di riprendere il progetto di costruire un canale, senza però riuscirvi. Una prima rilevazione, poi rivelatasi sbagliata, concluse infatti che il dislivello tra i due mari era di oltre 10 metri e ciò avrebbe reso necessario un sistema di chiuse. Nel 1833 fu la volta di un ingegnere francese, seguace di Saint Simon, che presentò al viceré d’Egitto Mohamed Ali un progetto, che però non fu attuato.
Solo dopo la metà del XIX secolo l’opera verrà finalmente realizzata, grazie a Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese, che riuscì ad ottenere una concessione da Said Pascià, viceré d’Egitto, per costituire una società (Compagnie universelle du canal maritime de Suez), che costruisse un canale marittimo e che lo gestisse per 99 anni. In poco più di dieci anni, tra il 1858 e il 1869 venne completato il primo moderno Canale di Suez che collegò il Mediterraneo al Mar Rosso, quindi all’Oceano Indiano, evitando ai mercantili di dover circumnavigare l’Africa per viaggiare tra l’Europa e le Indie Orientali, portando enormi vantaggi in termini di tempo e costi. Il progetto definitivo fu redatto dall’ingegnere Alberto Negrelli. Il 17 febbraio del 1867 una prima nave lo attraversò, ma solo il 17 novembre del 1869 venne inaugurato alla presenza dell’imperatrice francese Eugenia [Fig. 4]. Già prima della costruzione del canale alcuni trasporti venivano effettuati sulla rotta di questo (non ancora esistente) scaricando le navi e trasportando le merci via terra dal Mediterraneo al Mar Rosso (e viceversa), dove venivano reimbarcate. Nel 1875, a causa delle gravi difficoltà finanziarie, il pascià Ismail d’Egitto vendette per 4 milioni di sterline la quota del Canale all’Inghilterra. Poi nel 1888 la Convenzione di Costantinopoli decise la neutralità della via marittima, libera e aperta in tempo di guerra e pace a qualsiasi nave civile e militare di ogni Paese. Durante la Grande Guerra il Canale fu chiuso ai bastimenti non alleati da francesi e britannici e nella Seconda Guerra Mondiale fu difeso nel corso della campagna del Nord Africa. Il 26 luglio 1956 il Presidente Egiziano Gamal Nasser ne annunciò la nazionalizzazione; al tempo la società di gestione era per il 44% controllato da banche e aziende britanniche e per l’altra metà da francesi. Nel giugno del 1967 venne chiuso durante la guerra dei sei giorni con Israele. Otto anni dopo, nel 1975, con il ritiro delle truppe israeliane dal Sinai il presidente Sadat ne decise la riapertura.