Una pietra ornamentale tipicamente lombarda, di tradizione secolare, apprezzatissima all’estero per l’architettura contemporanea
Letimologia del termine ceppo viene fatta risalire alla voce dialettale lombarda scèpp o cep, che significa macigno, pietra macigna, pietra con cui si realizzano conci per le costruzioni.
Originariamente la denominazione si utilizzava per indicare le numerose varietà di rocce di aspetto conglomeratico facilmente reperibili nell’alta pianura lombarda e sfruttate come materiale da costruzione fin da tempi molto antichi.
Dagli anni ’60 dello scorso secolo tutti i siti estrattivi dell’alta pianura lombarda hanno cessato l’attività di escavazione, e quindi sono rimasti in attività solo i due bacini estrattivi dell’alto Sebino, entrambi in provincia di Bergamo: quello del Ceppo di Grè e quello del Ceppo di Poltragno.
Il Ceppo di Grè viene estratto e lavorato a Grè, nel comune di Solto Collina, dalla ditta Marini, che intraprese l’escavazione nel 1897 lungo la riva del lago d’Iseo, proprio dove ora passa la statale n. 469 (Sarnico-Lovere). Dopo circa un secolo di coltivazione a cielo aperto, dal 1993 la coltivazione è passata in sotterraneo.
In base al Piano Cave provinciale di Bergamo del 2015, l’ambito territoriale estrattivo consiste in riserve stimate di 130.000 mc, con una produzione per i prossimi vent’anni pari a 52.000 mc.
Da un punto di vista petrografico il Ceppo di Grè è una breccia dolomitica monogenica di colore grigio-azzurro più o meno chiaro; la sua origine è dovuta alla cementazione delle potenti coltri di detrito di versante che si accumulavano alle falde del monte Clemo in epoche comprese tra 1,8 milioni e 300.000 anni fa.
Poiché si tratta di antichi ghiaioni cementati e trasformati in roccia compatta, la stratificazione è molto irregolare e marcata da banchi grossolani, con spessore generalmente attorno al metro, frequentemente non facilmente distinguibili uno dall’altro.
In virtù di questa particolare origine geologica, il Ceppo di Grè si differenzia dagli altri ceppi prevalentemente per la morfologia dei detriti, sempre spigolosi, di composizione mineralogica relativamente omogenea ma di pezzatura piuttosto variabile.
Le destinazioni d’uso del Ceppo di Grè sono analoghe a quelle degli altri ceppi, e consistono prevalentemente in rivestimenti per esterno, nonché elementi decorativi come cornici per infissi, balaustre, elementi di arredo urbano.
La buona lavorabilità del materiale coniugata con un’ampia gamma di lavorazioni in linea o artigianali permette di ottenere vari formati e geometrie, e lastre di spessore ridotto fino a 2 cm, con numerosi tipi di rifinitura superficiale.
Il Ceppo di Grè è utilizzato prevalentemente per rivestimenti esterni, in cui la versatilità di lavorazione della pietra permette la realizzazione di un ampio spettro di creazioni architettoniche: da forme e volumi squadrati, rettilinei, dai contorni netti e dalle linee rigorosamente sobrie, ai giochi di pieni e vuoti dei rivestimenti bugnati, alla perfetta mimesi con altri materiali innovativi come vetro e metallo. L’aspetto levigato e pulito, mosso dalla tessitura brecciata e da variazioni cromatiche tono su tono, piace ai progettisti e si presta alla realizzazione di opere architettoniche dalle linee essenziali, espressione della tendenza architettonica attuale e che hanno valso negli ultimi 20 anni prestigiosi premi come il Marble Architectural Award nella sezione rivestimenti verticali nel 1994 con il Cimitero di Sovere, nel 2009 con la nuova Bocconi progettata dalle Grafton Architects il Primo World Building of the Year Award, ecc.
Altro utilizzo di pregevolissima levatura storico-artistica è quello finalizzato al recupero e restauro dei manufatti storici, soprattutto in ambito lombardo. Infatti, poiché i ceppi storici non sono più in coltivazione, tutte le opere di ripristino vengono eseguite utilizzando il Ceppo di Grè: uno degli esempi più significativi è l’impiego nei lavori di restauro degli argini dei navigli milanesi.
Il Ceppo di Grè è una delle Lombardy Stones e una delle Pietre Originali della Bergamasca.