In piena sicurezza e in tempi record

Demolizione con esplosivo di un diedro roccioso di 2500 mc, messa in sicurezza e riapertura viabilità della ss 350 di Folgaria e Valdastico (TN)


Nella notte del 4 novembre un importante crollo di massi provenienti dalla parete sovrastante la strada statale 350 di Folgaria e Valdastico ha interrotto un fondamentale collegamento di confine fra Trentino e Veneto. I rilievi dei giorni successivi hanno permesso di ricostruire l'evento di crollo che è risultato originarsi da un'altezza di circa 170 m dal piano stradale, interessando un volume complessivo di oltre 300 metri cubi. L'impatto di diversi massi delle dimensioni anche superiori a 10 metri cubi ha prodotto danni alla viabilità per un importo stimato nel Verbale di Somma Urgenza in € 700.000.

L'importanza strategica del collegamento stradale, soprattutto in relazione allo sviluppo turistico di Folgaria in ragione dell'imminente avvio della stagione invernale, ha portato alla sfida che si è data la Provincia Autonoma di Trento di riaprire la strada la Strada Statale entro l'8 dicembre, per il ponte dell'Immacolata.

Il Servizio Opere Stradali e Ferroviarie della Provincia ha incaricato il dott. Ing. Paolo Nicolussi Paolaz di partire subito, secondo le disposizioni del Presidente della Provincia Maurizio Fugatti, cercando di capire le dinamiche del crollo e di individuare le migliori modalità operative per la messa in sicurezza del versante e coordinare le lavorazioni al fine del ripristino della funzionalità della sede viaria nel rispetto dell'obiettivo fissato.

Il servizio geologico provinciale ha messo in campo il dott. geol. Paolo Campedel, che partendo dall'analisi del punto di distacco della frana ha attivato le indagini necessarie a verificare le condizioni del versante. Da subito è emersa una grave situazione di pericolo ancora incombente sulla viabilità. I rilievi effettuati con droni dotati di sistemi di misura Lidar hanno permesso da subito di effettuare delle indagini metriche che hanno permesso di determinare il volume del prisma di roccia di oltre 2.500 mc che si presentava completamente isolato dalla montagna retrostante e che si trovava in condizioni di equilibrio precario. Il pilastro roccioso con un'altezza complessiva di oltre 40 m presentava una parte inferiore compromessa dal crollo di inizio novembre che ne aveva dimezzato la superficie di appoggio.

Allo scopo di prevenire il collasso di un masso di così grandi dimensioni che avrebbe sicuramente distrutto la sede stradale e probabilmente interrotto il torrente Astico immediatamente a valle è stata attivata la macchina dell'intervento per procedere alla demolizione controllata dello stesso con l'ausilio di esplosivi detonanti. La necessità di predisporre le licenze per l'autorizzazione all'uso ed all'acquisto degli esplosivi ha richiesto l'attivazione di una procedura d'urgenza al fine consentire il contingentamento dei tempi amministrativi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni. Questa procedura ha messo in luce ancora una volta la complessità della normativa sugli esplosivi ed in particolare la necessità da parte delle imprese di interfacciarsi con amministrazioni diverse ed anche lontane dal territorio trentino. Le amministrazioni locali hanno lavorato utilizzando documenti digitali mentre la Questura di Trento competente per territorio ha richiesto gli originali cartacei per il rilascio del nulla osta che poi però è stato inoltrato anche per posta certificata alla Prefettura. Ancora una volta i tempi tecnici per il rilascio della licenza di trasporto presso la Prefettura, competente per il deposito di vendita, hanno messo in dubbio fino all'ultimo la possibilità di concludere la procedura nei tempi programmati per il brillamento in somma urgenza.

Sul posto ha operato la ditta Pek Disgaggi srl di Predazzo già nota per interventi di demolizione con esplosivi dotata di mezzi e personale esperto per gli interventi in fune. La realizzazione di un cantiere così lontano dal piano stradale e in un settore di versante privo di viabilità e accessi, ha richiesto degli sforzi molto importanti all'impresa che ha dovuto provvedere all'allestimento di un cantiere dove ogni chiodo e ogni litro di nafta sono potuti arrivare solo con elitrasporto.

Grande attenzione è stata posta inoltre ai macchinari utilizzati per la perforazione, anziché utilizzare una normale slitta pneumatica è stata utilizzata una perforatrice Marini Quarries Group montata su slitta metallica leggera MR Line. Tale unità di perforazione, ideale per lavori acrobatici di consolidamento e dotata di movimentazione idraulica per la rotazione, mentre l'avanzamento del martello viene gestito da una centralina separata dotata di motore a scoppio. Svincolati quindi i movimenti esterni dal foro dall'aria compressa è stato possibile servirsi di un motocompressore agile e leggero che è stato destinato esclusivamente alla gestione del martello a fondo foro diametro 70 e 90 mm. Nello specifico è stato utilizzato il motocompressore KAESER mobilair M 65 che riesce a fornire elevati flussi d'aria compresi fra 6600 e 5600 l/min con pressioni comprese fra 7 e 10 bar con dei consumi di carburante estremamente contenuti. Il compressore M 65 con un peso inferiore a 900 kg non dà alcuna difficoltà per il trasporto con elicottero e quindi risulta la macchina più performante a parità di peso del mercato.

Tecnocom è il rivenditore di riferimento per tutte le aziende che operano in fune nel Trentino Alto Adige che si distingue per la capacità di dare una consulenza mirata nella scelta delle attrezzature e dispone di ampio magazzino ricambi e officina di servizio.

La progettazione della demolizione con esplosivi è stata affidata al tecnico esplosivista Giacomo Nardin che vanta svariate esperienze nelle demolizioni con gli esplosivi di ammassi rocciosi complessi in condizioni instabili.
Nonostante i tempi fortemente contingentati si è riusciti a disporre in un solo giorno lavorativo del modello digitale del terreno ad altissima risoluzione. I Droni con sensori Lidar sono riusciti a determinare con estremo dettaglio la forma del pilastro roccioso. La sensoristica utilizzata è riuscita a determinare in diversi punti anche delle misurazioni all'interno delle fessure che delimitavano lateralmente il pilastro roccioso permettendo di comprenderne lo sviluppo in profondità. Tutta la progettazione della demolizione è stata elaborata con sistemi di progettazione 3D dalla società di topografia Cartorender srl che ha saputo acquisire i rilievi ad altissima risoluzione al fine di consentire la comprensione della forma articolata dell'ammasso roccioso finalizzata alla perfetta definizione della maglia di perforazione.

L'intervento di demolizione sopra la strada statale 350 si presenta sicuramente come uno degli interventi con esplosivo eseguiti in fune più complessi e che ha interessato volumi più grandi di roccia degli ultimi dieci anni in Trentino e che al contempo ha visto dei tempi di realizzazione straordinariamente contenuti. I primi sopralluoghi di inquadramento dell'area sono avvenuti il 7 novembre per consentire l'inizio delle fasi di perforazione la domenica 12 novembre dopo l'apprestamento del cantiere e del progetto esecutivo della volata.

In ragione del rischio di crollo del masso roccioso le maestranze hanno operato "appese" a dei cavi di acciaio stesi a monte del masso pericolante in modo da renderle indipendenti dal masso instabile. In caso di collasso del piano di lavoro infatti le maestranze sarebbero state trattenute dai cavi di acciaio.

Inoltre a causa della propensione al crollo del masso è stato installato un sistema di monitoraggio. Ogni piccolo spostamento del masso è stato misurato da tre fessurimetri e da due estensimetri posizionati e controllati in remoto H24 dalla società di monitoraggi Elmarx srl secondo le indicazioni del geol. Campedel. La particolarità del sistema istallato, oltre alla possibilità di lanciare allarmi sulle sirene collegate via radio via sms e mail, aveva una eccezionale accuratezza nelle misure che raggiungeva il decimo di millimetro. Tale sistema ha consentito durante la fase di perforazione di poter procedere anche con alcune lavorazioni per ridurre ancora i tempi, quali lo sgombero del materiale franato, l'esecuzione della fondazione di una parte di muro danneggiato oltreché tramite lo smontaggio di alcuni tratti di barriere stradali e la realizzazione di un vallo tomo provvisorio in sponda al torrente Astico al fine di predisporre il versante e la sede stradale all'accoglimento del materiale (previsti circa 2500 mc) che avrebbe generato la demolizione del prisma di roccia. Tutte le lavorazioni sono state coordinate dal Geom. Mario Moser e per gli aspetti relativi alla sicurezza Geom. Marco Valentini entrambi del Servizio Opere Stradali e Ferroviarie.

L'impresa Pek Disgaggi srl operando quotidianamente con sei operai è riuscita a preparare entro il 20 novembre 11 fori da mina diametro 90 mm della lunghezza compresa fra 18 e 24 m e oltre 25 fori di piccolo diametro realizzati con perforatrici portatili della profondità compresa fra 1,6 e 2,4 m. Al fine di ridurre il quantitativo di esplosivo impiegato per singolo intervallo di tempo si è progettata la possibilità di frazionare la detonazione di ogni singolo foro con più inneschi. 
L'utilizzo di detonatori ad onda d'urto ha facilitato l'inserimento in foro di più inneschi sequenziati che sono stati attivati simultaneamente all'esterno del foro. Le cariche simultanee effettivamente impiegate non hanno superato pertanto i 15 kg di sostanza esplosiva.

Il giorno 21 novembre 375 kg di esplosivo elitrasportati direttamente sul diedro roccioso sono stati caricati nei fori già dalle prime luci del mattino per consentire verso il mezzogiorno la detonazione delle cariche che hanno fatto collassare il prisma roccioso. Il forte sforzo progettuale unito alla attenta azione dei rocciatori ha permesso un esito perfetto del brillamento. Il masso minato si è sbriciolato in frammenti di piccole dimensioni che sono rovinati verso valle senza produrre ulteriori danni alla sede stradale dove non sono arrivati massi di dimensioni superiori a 9 tonnellate. Dopo l'ottima riuscita delle operazioni di demolizione, si è proceduto nei giorni successivi alla prosecuzione del disgaggio e contemporaneamente, valutando il materiale depositato in versante e sulla sede stradale, programmando le operazioni di sgombero e ripristino per raggiungere l'obiettivo dell'apertura della strada entro i termini.

Alla conclusione della fase di disgaggio e sempre con il coordinamento dei tecnici coinvolti, sono iniziate le lavorazioni di disgaggio e abbassamento del materiale franato operando contemporaneamente in versante con due escavatori tipo ragno. Raggiunta la quota di recupero per l'asportazione del materiale è stato possibile intervenire con gli escavatori cingolati che lavorando in turno anche notturno hanno sgomberato totalmente il versante. Dal 29 novembre al 1 dicembre sono stati allontanati circa 3000 metri cubi di materiale detritico utilizzando per il caricamento un Volvo EC380EL. Contemporaneamente procedevano le lavorazioni di ripristino della sede stradale nelle zone ove era possibile senza interferenza con gli scavi.

Completato lo sgombero sono state concentrate le operazioni di ripristino con il completamento del muro in c.a. danneggiato, realizzazione di scogliera utilizzando i massi risultanti dalla demolizione, ripristino delle barriere stradali, ripristino delle pavimentazioni in conglomerato bituminoso e realizzazione di barriere paramassi fisse per consentire l'apertura della strada durante la realizzazione delle nuove barriere paramassi  definitive.

La sera del 6 dicembre sono state completate le strisce bianche della segnaletica orizzontale ed infine, a sole cinque settimane dal crollo, la mattina del 7 dicembre è stato possibile procedere alla riapertura della strada.