Ospiti di Holcim (Italia) e CMB abbiamo potuto visitare il cantiere delle Torre Libeskind, terzo grattacielo di CityLife deputato a ridisegnare lo skyline di Milano. Unicità della struttura, calcestruzzi dai particolari mix design e un'efficienza operativa invidiabile ne fanno un cantiere modello.
Un onore poterlo visitare e raccontare
Sono tanti gli esempi, in letteratura e non solo, di pozioni magiche. Pensiamo alla pozione magica di rose ne L'asino d'oro di Apuleio, o a quella narcotica che Frate Lorenzo prepara a Giulietta in Romeo e Giulietta di Shakespeare o a quella a base di mandragola nell'omonimo testo di Niccolò Machiavelli. Molti potrebbero essere gli esempi e infiniti i possibili effetti. Ma quando dalla pozione, o meglio dalla ricetta, o meglio ancora, dal mix design dipende la pompabilità, la resistenza e l'estetica del calcestruzzo allora tutto cambia. Specie se il calcestruzzo in questione è stato ed è fornito da Holcim Aggregati Calcestruzzi S.r.l., appartenente al 100% ad Holcim (Italia), per la realizzazione non di un edificio qualsiasi, bensì della Torre Libeskind, ossia il cosiddetto "Curvo", terzo grattacielo che, insieme a Torre Allianz di Arata Isozaki (il Dritto) e a Torre Generali di Zaha Hadid (lo Storto), andrà a completare il quartiere CityLife, sorto sul terreno dell'ex Fiera Campionaria di Milano, nonché uno dei maggiori e più virtuosi progetti di riqualificazione d'Europa.
Sul finire dello scorso anno abbiamo avuto la possibilità di visitare il cantiere, che avanza con la media di un solaio ogni 5 giorni lavorativi e prevede il completamento della parte in calcestruzzo armato per il prossimo mese di febbraio, così da dare il via poi alla costruzione della corona sommitale della Torre.
Con i suoi 28 piani, distribuiti in 175 metri di altezza, la Torre Libeskind, progettata dall'archistar polacco, naturalizzato statunitense, Daniel Libeskind, ospiterà a piano terra una hall di ingresso di elevata rappresentanza a tripla altezza, direttamente accessibile sia dal livello -1, dove si trovano lo Shopping District e l'uscita "Tre Torri" della metropolitana M5, sia dal livello superiore della nuova piazza urbana. Nella zona Nord sarà creato un accesso VIP dedicato posto in diretto collegamento con gli ascensori. Al livello inferiore, in continuità con lo spazio pubblico, sarà presente un'area congressi con tre sale da 50 posti. La zona esterna della lobby sarà attrezzata con impianti a pavimento affinché possa essere trasformata in area espositiva a servizio del centro congressi o della Torre stessa.
Dal primo al 28esimo, i piani saranno occupati da uffici direzionali visto che la Torre ospiterà la società di consulenza contabile e fiscale PricewaterhouseCoopers (PwC) che affiancherà Allianz e Generali nel nuovo business district di Milano, mentre la parte sommitale, definita Crown, Corona appunto, tutta in carpenteria metallica, servirà per nascondere i volumi delle torri evaporative, gli ingombri degli extracorsa degli ascensori e dei montacarichi, nonchè il BMU - Building Maintenance Unit, ossia il sistema di accesso e manutenzione della facciata, che sarà costituita da un'unica pelle: cellule in alluminio e vetro ad alte prestazioni preassemblate e preverniciate.
Come ci spiega Marco Cruciani, Project Manager di CMB, storica azienda carpigiana vincitrice, nel 2016, dell'appalto per la realizzazione della Torre Libeskind: "dopo la costruzione dei tre piani interrati, su fondazione preesistente, e l'elevazione a quota zero, nel 2017 è stata attivata una nuova fase nel cantiere con l'elevazione da quota zero, fino ad arrivare a marzo 2018 quando sono state montate le colonne di supporto in acciaio e il cassero rampante per lavorare in elevazione. Da quel momento - prosegue - il ciclo di lavorazione a partire dal piano grezzo comprensivo di pilastri, nucleo e solaio è stato di una settimana lavorativa con cambio di inclinazione per seguire la geometria della torre tramite un particolare sistema di ancoraggio al piano. Se si pensa alla struttura torre come a qualcosa di ripetitivo dal punto di vista costruttivo - conclude Cruciani - in questo caso la ripetitività ha una sua unicità data proprio dall'andamento curvo della struttura che rende ogni piano diverso dall'altro".
Di fondamentale importanza, quindi, la parte progettuale, il cui sviluppo costruttivo è stato seguito direttamente da CMB con progettazione tridimensionale. Come sottolinea Viola Sartori, Project Manager Assistant CMB: "Se di Torre Hadid avevamo seguito anche l'aspetto esecutivo, in questo caso seguito da Libeskind stesso, lo sviluppo costruttivo è stato tutto realizzato da CMB grazie al BIM - Building Information Modeling, un modello informativo dinamico, interdisciplinare e condiviso contenente tutte le informazioni che riguardano l'intero ciclo di vita dell'opera, dal progetto alla costruzione, con un particolare accento sulla collaborazione tra le diverse figure interessate nelle diverse fasi di lavorazione. Così facendo - evidenzia - si è potuto studiare e coordinare preventivamente ciò che si è andato poi a costruire senza alcuna perdita di informazione e tempo, a tutto beneficio della qualità ed efficienza del lavoro in cantiere".
Efficienza operativa che sembra contraddistinguere da sempre il cantiere della Torre Libeskind. Ne fu un esempio il getto record di cui Holcim (Italia) si rese protagonista, per la Colombo Costruzioni, nel novembre 2015: ben 5.890 mc di calcestruzzo in 30 ore per coprire la base esagonale non regolare della torre, per un volume di 66 m x 40 m x 2,50 m.
Come ha evidenziato Calogero Santamaria, AD di Holcim Aggregati Calcestruzzi S.r.l.: "dopo il getto di fondazione nel 2014 di Torre Hadid, è stato grazie al nostro know how e alla nostra organizzazione se siamo riusciti a rispondere ad una richiesta così sfidante come quella delle fondazioni della Torre Libeskind. Sfidante - prosegue - non solo dal punto di vista organizzativo poiché in 30 ore abbiamo messo in campo 3 impianti di calcestruzzo preconfezionato: Novate, Segrate e Assago con 5 punti di carico totali per una resa oraria effettiva di 40 mc/h e un potenziale di 200 mc/h; 3 cave di aggregati: Segrate, Pioltello e Gorla Minore; 1 impianto di produzione cemento: Merone; 3 pompe di calcestruzzo con braccio da 50 metri; 45-47 betoniere, 18 mezzi per il trasporto di aggregati, 9 mezzi per il trasporto cemento per turno e oltre 100 persone coinvolte nell'arco di 30 ore. Al di là dell'organizzazione logistica, dell'organizzazione del personale e di tutti quegli aspetti legati alla sicurezza, che per Holcim riveste sempre e inderogabilmente un'importanza primaria - sottolinea Santamaria - in opere come questa è il mix design a rappresentare l'aspetto più delicato. Non è così semplice creare - specifica - delle ricette di calcestruzzo tali da renderlo sia pompabile in quota, e quindi dotato di una fluidità tale che gli permetta di scorrere facilmente all'interno della pompa per raggiungere i 200 m di altezza, (in questo caso il solaio si ferma a 130 m poi crown metallica ndr), sia esteticamente gradevole e quindi possedere determinate caratteristiche di finitura, visto che i pilastri sono a vista, sia, soprattutto, raggiungere elevatissime resistenze a compressione, tali da permettere di snellire le strutture portanti".
Se gli elementi fondamentali per creare il calcestruzzo sono, da sempre, gli stessi: cemento, inerti ed acqua.
è il loro mix in composizioni differenti e con una serie di additivi (acceleranti, ritardanti e fluidificanti) che ne cambia le caratteristiche.
Come pone in luce ancora Santamaria: "Per la Torre Libeskind non abbiamo fornito il medesimo calcestruzzo: per il dado di fondazione abbiamo ideato un mix design particolare con l'utilizzo di cemento pozzolanico 32.5R IV/A, tale da permettere di tenere sotto controllo l'enorme potere calorifero dell'ingente gettata continua di quasi 6.000 mc, in modo che il cls a basso calore di idratazione in C 32/40 con uno slump assimilabile a quello di un SCC rilasciasse calore in maniera più modesta e più continuativa nel tempo evitando così il rischio fessurazione. Diverso è il caso del calcestruzzo usato per i pilastri, i solai e i nuclei - prosegue Santamaria - che va da un C 32/40 dei solai a un C 45/55 e 60 con classi di resistenza con gradazioni diverse dalla base all'altezza: se per un classico edificio abitativo si usa un Rck30, in questo cantiere usiamo un calcestruzzo dalla Rck50 e Rck70, con resistenze notevolissime e tempi di maturazione vincolati al raggiungimento di una resistenza quasi a 24 ore per poter salire sui calcestruzzi e disarmare i solai in tempi inferiori ai classici 28 giorni, così come serve a CMB".
L'altissima resistenza sia nell'immediato che, ovviamente, nel tempo viene garantita dal controllo che Holcim ha di tutto il flusso: dalle cave di proprietà, quindi dagli inerti, alle cementerie fino al prodotto finito.
Ovviamente la ricetta del cls viene tarata anche in funzione della temperatura ambientale: il freddo ne rallenta la maturazione, tanto che si interviene con acceleranti, mentre il caldo innesta troppo velocemente la reazione chimica, tanto da dover impiegare ritardanti onde evitare tensioni sgradite all'interno del calcestruzzo stesso. Altro nemico in fase di maturazione è il vento, che rischia di accelerarne l'essicazione.
Trattandosi di un cantiere in quota, come spiega ancora Viola Sartori: "utilizziamo uno scudo perimetrale, denominato windshield, che facendo da parapetto ha il duplice scopo di proteggere sia i lavoratori nella loro quotidianità operativa sia il calcestruzzo, evitando che il vento possa interagire così da governarne la durabilità. Sfruttando invece le facciate ancora aperte - precisa - cerchiamo, tramite piani di carico attraverso gru, di approvvigionare il piano, sempre nell'ottica di un'ottimizzazione del lavoro, e quindi anche dei tempi e dei costi, che contraddistingue il nostro modus operandi, cercando così di abbattere il monte ore in cui personale e merci salgono e scendono attraverso il montacarichi. Dallo scorso ottobre - continua - ha preso il via anche la parte impiantistica, con più squadre al lavoro che progrediscono di quattro piani alla volta e che vedono CMB attiva su shell and core, quindi nucleo e involucro, mentre a CityLife spetterà la gestione della fase di fit out, quindi l'allestimento degli ambienti interni, che dovrà essere completata per l'autunno 2020".
Fino a quel momento il progredire giornaliero di una costruzione così avveniristica, in un cantiere così ben organizzato sembra voler palesare sotto gli occhi di tutti il valore delle aziende coinvolte, che hanno saputo distinguersi mantenendo con determinazione la loro presenza sul mercato. Così come il cls, di cui tanto si parla specie in questi tempi, che, come sottolinea Santamaria: "rimane il prodotto principale per opere di questa caratura, proprio per ragioni di sicurezza, si pensi al rischio incendio nullo che fa del calcestruzzo il materiale più largamente utilizzato, nonché il vanto di Holcim (Italia), attualmente impegnata nella linea 4 della metropolitana di Milano, nello svincolo autostradale di Segrate, nella nuova sede Eni a San Donato Milanese, nella torre Gioia 22 e nella torre Unipol, ultimo grattacielo di Porta Nuova, deputata anch'essa a proiettare Milano in un futuro che è sempre più presente".