Il fronte cava come banco di prova

Sales Spa, azienda che opera nei settori stradale, edile, marittimo e minerario ha acquistato per il sito estrattivo di Monte Valerio, in provincia di Livorno, la perforatrice Ranger DX800 firmata Sandvik. Il Direttore di Cava, l’Ing. Marco Luongo, ci ha raccontato le impressioni di utilizzo dopo circa un anno di attività

Venturina Terme è una frazione del comune di Campiglia Marittima situata nella provincia di Livorno, in Toscana. Famosa per le sorgenti termali, ha alle spalle anche una lunga tradizione nel settore estrattivo. In questa zona, infatti, e nella Val di Cornia, sono presenti numerosi giacimenti da cui vengono estratti materiali lapidei e minerali impiegati in diversi ambiti industriali.

E' proprio in questo contesto che sorge il sito estrattivo di Monte Valerio, una delle cave di proprietà dell’azienda Sales Spa. Nata nel 1946, l’azienda opera da oltre settanta anni nel campo dei lavori di costruzione pubblici e privati, specializzandosi nel corso del tempo soprattutto nell’ambito dei lavori stradali e marittimi e nella produzione e fornitura di materie prime.

L’azienda ha quattro cave di proprietà da cui estrae varie tipologie di calcare, basalto, ma anche aplite, materiale utilizzato nell’industria della ceramica e che Sales Spa fornisce principalmente al distretto di Sassuolo (MO). Il materiale estratto nelle diverse cave viene utilizzato per la produzione di grandi blocchi per scogliere, graniglie e come materia prima da impiegare nella produzione di asfalti e calcestruzzi che l’azienda oltre a vendere utilizza direttamente. All’interno dei siti estrattivi dell’azienda sono, infatti, presenti impianti di produzione di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, oltre ad officine meccaniche per la manutenzione dei mezzi che vengono impiegati quotidianamente in cava.

Il sito di Monte Valerio e l’attività estrattiva
La cava di Monte Valerio vanta una storia antichissima, presumibilmente era infatti già operativa intorno al 1850. L’attività estrattiva in quel periodo era ben diversa da quella odierna sia per la tecnica di coltivazione sia per la tipologia di materiale estratto. Il sito estrattivo di Monte Valerio si presentava come una miniera, scavata a gallerie, da cui veniva prelevato lo stagno.

Sales acquista la cava negli Anni ’50 e inizialmente continua a sfruttare il sito come miniera per poi convertirlo definitivamente in cava nei primi anni duemila. Con un’estensione di circa 130 ettari è al momento la cava più grande dell’azienda, coltivata a gradoni da 8x8 m tramite abbattimento con esplosivi.

“Nella cava di Monte Valerio estraiamo, a seconda del fronte, tre tipologie di calcare: ammonitico, caratterizzato da una colorazione più marroncina; massiccio, di color grigio più scuro; e selcifero che si presenta stratificato”, ci ha spiegato l’Ing. Marco Luongo, Direttore di Cava.

All’interno del sito vengono prodotti blocchi di 5 categorie: da 300 a 1000 chili; da 1000 a 3000 chili; da 3000 a 7.000 chili; 7000 a 10.000 chili e infine da 10.000 a 15.000 chili. I blocchi vengono utilizzati nelle opere di difesa marittima mentre una parte del materiale estratto viene conferito negli impianti di frantumazione primaria, secondaria e terziaria presenti in cava per ottenere diverse granulometrie.

La produzione in cava è molto intensa e mentre i blocchi vengono suddivisi e stoccati per categoria di peso, il materiale più piccolo viene inviato agli impianti di frantumazione fissi oppure mobili per creare delle pezzature specifiche a seconda delle necessità del cliente. “Per sostenere questi ritmi di produzione eseguiamo mediamente 3-4 volate a settimana, mentre nei periodi più intensi arriviamo anche ad avere un’esplosione al giorno”, spiega Luongo.

Per questo motivo a settembre del 2023 l’azienda ha deciso di acquistare una seconda perforatrice top hammer da affiancare a quella già presente in cava. La scelta è ricaduta sul Ranger DX800 del costruttore svedese Sandvik, una macchina che l’azienda aveva avuto modo di provar e che aveva convinto per le ottime performance. “Non è la prima volta che un Ranger lavora su questo fronte di cava. Avevamo già visto all’opera questa macchina in passato, a seguito di un incremento di lavoro improvviso”, aggiunge Luongo. Si tratta, inoltre, della seconda perforatrice Sandvik presente nel parco macchine Sales, visto che nel 2022 l’azienda aveva già acquistato un Ranger DX700 per la vicina Miniera Montorsi.

Il ruolo in cava della perforatrice Ranger DX800

La perforatrice in cava viene utilizzata per eseguire i fori in cui viene inserito l’esplosivo impiegato per le volate. Una volta che avviene l’esplosione si procede con il “disgaggio”, cioè la messa in sicurezza della parete, utilizzando un escavatore da 150 tonnellate. “Dopo aver eseguito questa operazione, con l’escavatore vengono tolti inizialmente i blocchi più grandi che vengono stoccati separatamente e divisi in cumuli in base al peso. Il materiale di dimensioni più ridotte che frana dal fronte viene invece caricato sui dumper per essere conferito negli impianti di frantumazione presenti in cava”, aggiunge Luongo.

La perforatrice Ranger DX800, equipaggiata con bit di perforazione da 89 mm e aste da 46 mm di diametro, lunghe poco più di 3 m, esegue per una volata mediamente 12-24 fori distanziati tra loro di circa 2/3 metri e mezzo, i fori hanno un diametro di 89 mm con una profondità di 8 o di 16 metri. La cava infatti viene coltivata a gradoni da 8x8 m, ma l’autorizzazione prevede anche la possibilità di  coltivare gradoni da 16 metri.

La tecnologia con cui è equipaggiata questa macchina di ultima generazione rende le operazioni in cava rapide e semplici. Ad esempio, il sistema di misurazione della profondità dei fori, TIM 6300, permette di preimpostare la profondità richiesta, visualizza la profondità del foro praticato, la velocità di penetrazione e arresta il processo al suo raggiungimento. Sfruttando il puntatore montato nell’abitacolo, l’aiming unit, settando i parametri di inclinazione dei fori e la direzione della volata sul display presente in cabina, è possibile eseguire più fori che presentano la stessa inclinazione e direzione, garantendo così la massima precisione. Il sistema, inoltre, registra anche dati relativi alla perforazione come: quantità di fori praticati, metri perforati, tempo di perforazione e tasso di penetrazione medio.

L’elemento distintivo: la Turnable Superstructure di serie
Il vero punto di forza di questa macchina è la Turnable Superstructure, una ralla posta sotto la cabina che permette al carro di perforazione, dalla stessa posizione, di ruotare di 120 gradi (come optional fino a 180 gradi) in modo da poter raggiungere diversi punti di perforazione senza dover spostare la perforatrice. Questo consente a seconda del diametro della maglia (lo schema di perforazione che viene studiato) di eseguire fino a 8 fori dalla stessa posizione, cosa che si traduce in un considerevole risparmio di tempo e costi.

“La perforatrice Sandvik è una macchina agile, veloce, semplice da usare e dai consumi estremamente ridotti. La ralla di cui è dotata permette di lavorare in spazi molto ristretti e di poter eseguire più fori senza muovere i cingoli e senza quindi dover ogni volta pulire le vie di accesso tramite l’uso di escavatori”, aggiunge Luongo.

L’alleato della cava: le features che permettono di perforare senza stress
Per affrontare i diversi strati e le diverse consistenze che caratterizzano un giacimento minerario, la macchina è equipaggiata con una serie di features come il sistema di controllo automatico dell’aria di spurgo.

“Il flushing control automatics è il sistema di monitoraggio automatico del flusso d’aria di spurgo, nel caso in cui la punta si dovesse intasare la macchina ferma la perforazione sollevando la punta e ritraendo la batteria di aste, mentre l’aria continua ad essere erogata fino allo spurgo. Una volta tornato costante il flusso d’aria, la perforazione riprende automaticamente”, spiega Matteo Loporcaro, Field Sales Equipment & Rock Tools per l’area Italia, Balcani e Mediterraneo.

Altre funzioni utili alla buona riuscita della perforazione sono: il Water Injection system, il sistema di iniezione dell’acqua che tramite gli ugelli posizionati sulla punta della perforatrice aiuta a stabilizzare le pareti del foro in modo che non crollino su se stesse; lo shut down for water holes, il sistema che in caso di presenza di acqua all’interno del foro blocca il funzionamento dei filtri dell’aspirazione, mantenendo inalterata la perforazione finché la macchina non torna a lavorare su uno strato compatto di roccia e infine l’Hydraulic rear ground support, il supporto posteriore idraulico che migliora la stabilità durante la perforazione su terreni irregolari.
Le perforatrici Sandvik nell’esperienza di Sales Spa vincono quindi il banco di prova del fronte cava configurandosi come macchine agili e dai consumi contenuti in grado di perforare con precisione in spazi ridotti.

Analisi dei dati e il portale My Sandvik Productivity
Il portale My Sandvik Productivity, che ha sostituito il sistema di monitoraggio SanRemo, restituisce informazioni fondamentali sulla perforazione come ad esempio: il numero dei fori eseguiti, il consumo di carburante per foro e la velocità di penetrazione. I dati della perforazione, forniti dalla macchina ed elaborati dal portale, permettono di monitorare le prestazioni della perforatrice e costituiscono un supporto importante nella programmazione della manutenzione.


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