La stringente necessità di gestire e mitigare i cambiamenti climatici si riflette nel settore delle costruzioni,orientando il mercato verso lo sviluppo di nuovi materiali e sollecitando l’apparato legislativo verso nuovi scenari normativi. L’apprezzabile sforzo intrapreso negli ultimi anni dalla Comunità Europea grazie a direttive mirate a contenere i consumi energetici nel settore dell’edilizia, si rispecchia nei recepimenti italiani, che a loro volta si differenziano nelle leggi regionali. L’ultimo D.G.R. della regione Emilia Romagna registra in tal senso una marcata attenzione al miglioramento dei processi di valutazione dei consumi energetici legati al settore edilizio, confermando ancora una volta quanto l’impatto di una nuova costruzione, così come la normale gestione e fase d’uso di un edificio esistente, influiscano in termini energetici e di emissioni inquinanti in atmosfera.
Ciò che rimane completamente disatteso dai nuovi attestati di prestazione energetica degli edifici è però la valutazione del reale impatto ambientale che la costruzione di un edificio e l’impiego dei diversi materiali riversano sull’ambiente, in termini di emissioni inquinanti in aria e in acqua e in termini di impatti dannosi che tali scelte hanno sulla salute dell’uomo e sull’ecosistema. Esistono da anni procedure assai complesse che mirano a valutare globalmente tali impatti, comprendendo in un’analisi puntuale e dettagliata gli impatti energetici e ambientali complessivamente coinvolti nella costruzione o nel recupero di un edificio, durante l’intero ciclo di vita dello stesso.
La rilevante differenza tra queste procedure e le valutazioni meramente energetiche è essenzialmente insita nel carattere volontario e discrezionale ditali procedure di analisi che, per complessità e costi, trovano raramente applicazione. Le procedure di valutazione ambientale sono da anni note nel resto del mondo e hanno contribuito a diffondere una maggior coscienza ambientale in merito alle questioni Low Carbon nelle costruzioni, spingendo anche i produttori di materiali e componenti edili a indirizzare i loro processi produttivi verso pratiche meno energivore e più attente alle emissioni nocive.
Tra le procedure ambientali più diffuse si annoverano i sistemi di rating complessi come LEED-Leadership in Energy and Environmental Design-, BREEAM -Building ResearchEstablishmentEnvironmental Assessment Methodology- e il sistema CasaClima per l’Italia. La valutazione multicriterio serve dunque astimare attraverso un punteggio di facile comprensione la multidimensionalità di un progetto, analizzandone globalmente la sostenibilità ambientale a livello urbano, il valore economico e il benessere globale per gli occupanti.
Come recentemente emerso dalla conferenza internazionale di Parigi COP 21, il tema dell’efficienza energetica e della cosiddettaLow Carbon Society sta prendendo sempre maggior predominanza,dall’emanazione della Direttiva Edifici a Energia quasi Zero, fino a coinvolgere la rigenerazione urbana in chiave bioclimatica.
(figura 1). Il più incalzante limite alla cogente applicazione di tali direttive rimane sostanzialmente la difficoltosa applicabilità e l’uso esteso di sistemi di rating ambientale, ormai considerati tra gli indicatori più espressivi, non solo di sostenibilità ambientale, ma anche del livello di competitività di un paese.
Scarsa competitività e bassa produttività, unitamente alla frammentazione della struttura produttiva, collocano il settore edile italiano tra quelli certamente meno orientati all’innovazione, sebbene siano forti le pressioni esterne che sollecitano il settore a un’evoluzione verso la realizzazione e applicazione diffusa di prodotti dotati di prestazioni evolute e di funzionalità incrementate in chiave Low Carbon. Sulla scia della diffusa consapevolezza che la Low CarbonEconomy sia inevitabilmente l’obiettivo da perseguire in tutti i settori produttivi, anche quello edile deve indirizzarsi verso un’economia in cui la crescita è raggiunta a seguito dell’integrazione tra gli aspetti economici, le tecnologie innovative e le pratiche a basse emissioni, tramite soluzioni energetiche ad alta efficienza, energie pulite e rinnovabili e prodotti green.
In tale ottica il cambiamento verso la realizzazione di materiali e componenti Low Carbone a basso impatto ambientale deve essere sostenuto da una visione economica a più ampio respiro. (figura 2)
Alla luce di queste necessità, è chiaro come il progettista, il costruttore e le aziende della filiera edilizia, debbano poter usufruire di strumenti di raccolta e catalogazione dei materiali a basso impatto ambientale, tramite database che racchiudano i prodotti certificati ed etichettati, promuovendo dunque lo sviluppo di nuovi elementi Low Carbon.
Le banche dati di materiali esistono ormai da decenni (frutto della cosiddetta rivoluzione pre-green) come bacino di raccolta di prodotti di origine industriale oppure, come nel caso di Material Connexion che, fondata nel 1997, è ancor oggi è una società di consulenza globale sui materiali e una delle più grandi librerie fisiche di materiali avanzati, innovativi e sostenibili.
Il limite queste banche dati, da Materiò a MATREC, è connaturato all’assenza di dati tecnici specificatamente impiegabili per l’edilizia e nella mancanza di etichette ambientali.
Le etichette ecologiche rappresentano uno degli strumenti individuati a livello internazionale per favorire la diffusione di prodotti verdi e Low Carbon facendo leva, tra l’altro, sul coinvolgimento dei consumatori, delle amministrazioni pubbliche e delle imprese.
Ancora una volta la maggior limitazione legata a questi strumenti è connessa al fatto che tali marchi non sono obbligatori e possono essere applicati su un prodotto in maniera discrezionale, fornendo specifiche ambientali difficilmente verificabili e comparabili. Affinché le procedure di certificazione ambientale trovino dunque una fattiva applicazione occorre fornire ai professionisti gli strumenti conoscitivi idonei e database attendibili, che contengano tutti i dati necessari per i materiali e i componenti edilizi. Tra gli strumenti già esistenti si annovera la Guida Verde di LEED, elaborata dall’US Federal Trade Commission, come strumento per aiutare le aziende a i progettisti a selezionare i prodotti con dichiarazioni ambientali e la lista dei materiali suggeriti per redigere i certificati Casaclima.