Un masterplan urbano come telaio per i progetti didattici verso nuovi scenari di studio per il capoluogo del Frignano
PROGETTO DI RICERCA
Responsabilità scientifica della ricerca: Dario Costi
Responsabilità didattica: Dario Costi, Andrea Zamboni
Gruppo di ricerca: Alessandro Benvenuti, Giorgia Carpi, Andrea Fanfoni, Gloria Filograna, Emanuele Ortolan, Filippo Piloni
Il contesto scientifico e le esperienze pregresse
A distanza di quasi dieci anni dalla prima occasione di verifica applicata della metodologia del Progetto Urbano Strategico (PUS) è stata elaborata una strategia di rigenerazione per il Comune di Pavullo nel Frignano, nella provincia di Modena.Dopo alcune esperienze di ricerca applicata sul territorio, l'Università degli Studi di Parma ha sviluppato un percorso partecipato con l'obiettivo di valorizzare i luoghi nodali all'interno del tessuto urbano attraverso gli strumenti metodologici del PUS.Dall'autunno del 2022 all'estate del 2023 il gruppo di ricerca ha portato a termine, in stretta collaborazione con gli Enti, i portatori d'interesse, le associazioni e i cittadini, una proposta per uno scenario urbano complessivo di riordino degli spazi pubblici e di una serie di presidi architettonici come base per le future scelte di sviluppo dell'insediamento.Lo studio universitario, supportato da una borsa di ricerca, ha portato alla prefigurazione puntuale di ridisegno degli spazi pubblici della città. Parallelamente si è svolto un lavoro didattico all'interno dei laboratori di progettazione architettonica del secondo anno del percorso triennale in Architettura Rigenerazione Sostenibilità e del primo anno della magistrale in Architettura e Città Sostenibili.
Il caso studio di Pavullo nel Frignano e il suo contesto
La città di Pavullo si trova all'interno dell'Unione dei Comuni del Frignano al centro di un altopiano, ad un'altitudine di circa 700 metri sul livello del mare, circondato da crinali di diversa altezza. Il Comune è abitato da poco più di 18.000 abitanti ed è il capoluogo delle 21 frazioni vicine. Il tessuto urbano si sviluppa tra due rilievi montuosi attraversati dalla Statale 12 dell'Abetone e del Brennero che mette in comunicazione i due versanti appenninici: quello emiliano e quello toscano.
Nel fondo valle, al livello della strada di attraversamento, è presente la mobilità pesante, salendo di qualche metro, sul sedime del corso d'acqua intombato, si trova il centro storico. Su questa quota tramite il ponte di Viale Guglielmo Marconi si collegano le due sponde collinari che favoriscono la mobilità leggera rispetto a quella veicolare alla quota inferiore.
Nel raggio di circa due chilometri dal centro, a Nord, il territorio si confronta con l'importante insediamento industriale di Monte Bonello. Questo rappresenta una polarità per la Città sia come asse di connessione sia come presenza produttiva ed economica del territorio. Poco più a sud, invece, si trova l'aeroporto di tipo civile utilizzato per attività di aviazione generale, diporto, sportiva e soccorso.
Il territorio è caratterizzato poi da ampie aree boschive, zone protette, riserve naturali, parchi e un sistema di origine medievale fortilizio composto da castelli e torri. Una sentieristica ramificata lungo i versanti collinari completa il quadro dei percorsi e dei collegamenti tra le frazioni.
L'applicazione del Progetto Urbano Strategico in un sistema di relazioni visive
In questo contesto la traccia metodologica del Progetto Urbano Strategico è risultato uno strumento utile per l'esplorazione delle potenzialità del territorio e del tessuto urbano verso la definizione di una «idea di città» che potesse servire gli abitanti con un nuovo sistema di spazi pubblici e di architetture dal valore collettivo. In questo scenario, il rinnovamento e la riorganizzazione dei luoghi è la condizione che permette di attivare una riconnessione attraverso un sistema urbano di spazi che mette in luce il verde e i percorsi pubblici «per una città verde, accessibile e accogliente».
L'esito del lavoro, svolto tra ricerca e didattica, ha prodotto una prefigurazione di uno scenario di rigenerazione dei sistemi di relazione che favorisce un cambio di paradigma e una transizione dalla città delle automobili alla città delle persone, ordinando una serie di aree su cui i gruppi di studenti hanno dato forma ad architetture e aree per la socialità. Tramite la metodologia si è determinata una riorganizzazione dei flussi veicolari, il riordino dello spazio pubblico, la trasformazione di strade e di parcheggi in percorsi per la mobilità dolce connettendo e attivando nuove potenzialità percettive.
Il sistema si è sviluppato a valle di una gola dove è situata una scia insediativa urbana inserita tra due pendii inclinati che si fronteggiano. L'applicazione del PUS ha permesso la riorganizzazione dell'asse stradale principale, dando vita ad un sistema di relazioni urbane che si sviluppano perpendicolari all'impianto esistente. Intervenire sui declivi interni di queste pendici ha consentito di mettere in evidenza nuove dialettiche visive del paesaggio. Tale operazione ha generato un nuovo disegno del sistema urbano, poiché i due crinali della valle, attualmente separati dalla viabilità, e poco valorizzati, verrebbero ricongiunti in modo strategico. Questo panorama consente di immaginare nuovi affacci urbani su più livelli in cui sorgerebbero nuove presenze architettoniche. Si creerebbe così un dialogo tra l'esistente e i nuovi volumi di progetto, i quali, posizionati su quote differenti e messi in relazione tra loro, darebbero vita a un'inedita prefigurazione del paesaggio urbano. Il nuovo telaio di spazi protetti riattiva gli assi trasversali in quota e il rapporto tra le sponde dei pendii che si fronteggiano, potenziando così la dialettica con il territorio (Figura 1).
Lo sviluppo di un percorso condiviso con l'amministrazione
Il lavoro è stato accompagnato da quattro incontri intermedi di partecipazione pubblica con l'obiettivo di un coinvolgimento attivo di alcuni interlocutori pubblici e della comunità. Questo ha permesso all'Amministrazione comunale di confrontarsi e verificare le scelte e le soluzioni opportunamente esplorate attraverso il percorso didattico e di ricerca svolto dal gruppo dell'Università. In accordo con il Comune, il primo incontro, denominato Kick-off, si è tenuto nel mese di ottobre del 2022, in concomitanza con l'avvio delle ricerche, ed è stata l'occasione per un primo sopralluogo e un confronto con le linee programmatiche dell'amministrazione.
Successivamente, a febbraio 2023, presso la sede universitaria, nell'ambito del workshop didattico annuale, si è tenuta la fase di Ascolto, un momento dedicato alla raccolta delle esigenze e al confronto con stakeholder e cittadini.
Il dibattito è stato ripreso poi a giugno con l'incontro Progetti, in cui le tematiche affrontate sono state riprese e rielaborate in una sequenza di scenari ipotetici presentati agli amministratori pubblici.
A luglio, gli esiti finali sono stati esposti in piazza attraverso una Mostra aperta alla città dal titolo "Pavullo Futura". Grazie all'allestimento di materiali progettuali, disegni di confronto tra esistente e progetto e modelli architettonici e urbani, è stato possibile stimolare una comprensione immediata delle soluzioni immaginate e attivare una partecipazione collettiva efficace (Figura 2).
3 livelli di prefigurazione progettuale
Il lavoro svolto si è articolato su tre scale di intervento: territoriale, urbana e architettonica. La prima, rappresentata da un modello fisico in scala 1:5000, delinea uno scenario costituito da collegamenti ciclo-pedonali protetti lungo gli itinerari dei sentieri esistenti, opportunamente attrezzati tra il centro urbano di Pavullo e le aree industriali di Monte Bonello e Querciagrossa. L'obiettivo è stato quello di ridurre l'uso dell'automobile e incentivare la mobilità dolce negli spostamenti casa-lavoro (Figura 3).
La seconda scala, che comprende un modello nel rapporto 1:1000 e un masterplan di progetto, prefigura una ricucitura urbana suddivisa in sette aree, ciascuna delle quali prevede soluzioni architettoniche diverse per rispondere alle esigenze della comunità (Figura 4). In questo scenario, sono stati immaginati una serie di tracciati protetti che privilegiano lo spostamento dei percorsi pedonali nella ricucitura del rapporto con lo spazio collettivo e dei parchi. Le numerose piazze urbane presenti nel tessuto consolidato, attualmente utilizzate prevalentemente come parcheggi, potrebbero essere riqualificate come parte di un sistema urbano di percorsi privilegiati per le persone. Questo ha l'obiettivo di favorire la mobilità dolce all'interno dell'insediamento con il conseguente beneficio economico per le attività commerciali locali.
I progetti, immaginati come presidi dei punti nodali di questo sistema, si confrontano così con una strategia generale per risolvere in modo strategico le criticità emerse durante i confronti aperti alla città.
Scendendo alla scala architettonica, la prima area che troviamo all'interno del modello al 200, (Figura 5) comprende il Palazzo Ducale e Piazza Montecuccoli, situati ai lati di Via Giardini. Attualmente, questi spazi sono poco sfruttati o utilizzati come parcheggi, in particolare quello di fronte al Palazzo Comunale.
Il ridisegno delle superfici pavimentate, che privilegia l'uso pedonale, prevede un percorso corredato da interventi architettonici destinati a supportare eventi mercatali, iniziative comunali e attività commerciali.
Proseguendo lungo Via Giardini si incrocia il sistema delle piazze del centro storico, Piazza Borelli e Piazza Cesare Battisti, che sono adiacenti e separate dalla strada storica. Piazza Borelli, di dimensioni ridotte, è ostacolata dalla viabilità e non consente a pieno l'utilizzo come spazio pubblico, mentre Piazza Cesare Battisti, più ampia, è utilizzata principalmente come parcheggio, analogamente a Piazza Montecuccoli.
Gli stimoli progettuali si concentrano sulla riconnessione di questi spazi interrotti che non permettono una continuità tra i versanti collinari naturali in cui si trovano i complessi scolastici. Alcune proposte mirano a rinaturalizzare gli spazi, mentre altre prevedono architetture polivalenti a supporto della comunità, come una nuova sede per gli alpini.
Sul versante opposto si trova l'area delle scuole lungo Via Matteotti, situata a ridosso della collina, caratterizzata da una fitta vegetazione boschiva alle sue spalle. Queste condizioni sono state di spunto per proporre un ampliamento dell'offerta scolastica esistente, con l'aggiunta di nuove funzioni come palestre, aule e un teatro. I nuovi volumi inseriti stabiliscono relazioni tra il paesaggio, le architetture esistenti e il fronte collinare opposto, generando nuove connessioni visive con l'ambiente circostante.
Oltrepassando la collina si arriva all'area dello Stadio Comunale caratterizzata da un importante sistema paesaggistico. Rispetto a questa presenza è stata valorizzata la caratteristica del luogo con due approcci differenti. La prima proposta ha previsto un nuovo complesso scolastico disposto su un piano che segue l'andamento della collina e si affaccia sul campo da gioco esistente, la seconda, al contrario, ha immaginato un ponte di connessione come portale d'ingresso al campo sportivo includendo al suo interno nuove aule didattiche e spazi a supporto di attività sportive.
Spostandosi a sud si trova il Parco Martiri delle Foibe. Le ipotesi progettuali hanno prefigurato diverse architetture dotate di servizi di assistenza per i cittadini che comprendono ambulatori, attività di ristoro e zone di lettura. Tre progetti, paralleli a Via Fausto Coppi, si sviluppano e dialogano su livelli differenti con il parco. Il primo, ad un piano, presenta una pianta a corte verde e alberata aperta da un lato, il secondo, a due livelli, ha una pianta a "L" che rispetta e delimita gli spazi del parco. La terza architettura, anch'essa su un unico piano, si sviluppa con una forma organica all'interno della vegetazione in un confronto diretto con la componente ambientale naturale.
Tornando a nord di qualche centinaio di metri lungo l'asse stradale di Via Irma Marchiani, situato nel fondovalle di questo sistema collinare, emergono diversi temi di riqualificazione. Tra questi, il riutilizzo dell'area terminal degli autobus, l'ex distributore di benzina sul lato opposto, e il ridisegno degli spazi pubblici paralleli alla strada. Nell'ambito di questa strategia di ridisegno il gruppo di ricerca, con la supervisione dell'area scientifico-disciplinare di strade, ferrovie e aeroporti dell'Università di Parma, ha proposto di avvicinare il controviale, attualmente poco sfruttato, portandolo in parallelo alla strada principale. Questa soluzione trasforma il percorso stradale in uno spazio di manovra che permette alle automobili di entrare nei nuovi stalli in sicurezza. L'intervento ha consentito di destinare uno spazio maggiore all'area pedonale creando una nuova ampia porzione di verde. Inoltre, sono stati previsti la disposizione di due filari di alberi, che non solo ombreggiano il percorso, ma migliorano anche l'aspetto visivo e la fruibilità delle attività commerciali oltre a rendere più piacevole l'affaccio delle vetrine su questo nuovo sistema naturale.
In alcuni casi i progetti hanno previsto il ridisegno dell'area terminal e la connessione dei due lati della strada attraverso un percorso in quota; in altri, invece, è stato proposto lo spostamento della fermata degli autobus dal lato opposto della strada posizionando nuove funzioni nelle aree attualmente occupate. Le proposte mirano a valorizzare il percorso e gli spazi destinati alla mobilità dolce, studiati come scenario alternativo all'attuale situazione dominata dalla mobilità pesante.
Parallelamente, a est dell'area terminal, si estende Viale Martiri, situato nel versante opposto alle scuole di Via Matteotti. Lungo questa strada sono presenti diverse funzioni, tra cui una scuola dell'infanzia, un ospedale, la chiesa di Santa Croce e il Parco Francesco e Chiara. Le nuove architetture sono state immaginate per supportare le infrastrutture esistenti con zone ristoro, bar, sale polivalenti e persino un piccolo auditorium. Considerando il dislivello dell'area, i progetti prefigurano volumi che si protendono sul parco e dialogano con il contesto insediativo. Questo approccio è stato guidato da una ricerca storica, condotta per riscoprire e reinterpretare il sagrato della chiesa com'era in passato, creando nuove relazioni di quote e prospettive.
Gli esiti come frutto degli incontri pubblici di partecipazione con Enti, istituzioni, scuole e cittadini
Il percorso di questo lavoro didattico e di studio ha dato origine a uno stimolante dialogo, in cui gli studenti hanno interpretato il ruolo di progettisti per la comunità. Questa prova ha stimolato i giovani a progettare con consapevolezza e le loro scelte sono state esposte alla fine del percorso in piazza davanti a tutte le persone interessate a un ipotetico scenario futuro della città.
Le occasioni di confronto pubblico hanno permesso di riunire intorno a un tavolo i vari soggetti coinvolti per elaborare soluzioni condivise e dare risposte concrete sui temi importanti per il potenziamento del territorio e per la messa in valore, anche in chiave turistica, del patrimonio storico e naturalistico del contesto collinare Emiliano.